percorso seguito dalla Corte di Appello di Milano sul Lodo Mondadori è logico e
regge. E’ a mio avviso necessario solo riquantificare una piccola parte del
danno: andrebbe avviata una discussione sul 15 per cento dell’importo liquidato.
Lo ha detto il pg Pasquale Fimiani,
che sulla vicenda Lodo Mondadori ha chiesto una lieve riduzione, non
quantificata, del risarcimento dovuto da Fininvest a Cir, confermando che
quest’ultima è stata parte danneggiata.
In secondo grado la Fininvest era stata
condannata a risarcire 564,2 milioni a Cir della famiglia De Benedetti.Se
la richiesta venisse accolta, dunque, ci potrebbe essere un nuovo processo.
Legittime
le sentenze di merito che stabiliscono che la Fininvest debba risarcire Cir per
il danno subito con l’annullamento, nel 1991, da parte della Corte d’Appello di
Roma, del lodo arbitrale favorevole a De Benedetti sul controllo della
Mondadori.
Dura la posizione degli avvocati Fininvest: La difesa di Cir
usa degli argomenti suicidi – dice nella sua arringa nel corso dell’udienza
l’ex giudice costituzionale Romano
Vaccarella – perché non ha mai chiesto la revocatoria della sentenza frutto
di corruzione ma ha scelto la strada della richiesta del risarcimento del danno
che significa aver fatto a pezzi i codici civili.
L’avvocato ha parlato di ingiustizia
intrinseca della sentenza emessa dalla Corte di Appello di Milano.
Dove
cavolo stava l’aggressione che avrebbe subito Cir, in un momento in cui era
intervenuta la legge Mammì che favoriva che se mai danneggiava Fininvest,
mentre consentiva a Cir di tenersi le sue testate, ha osservato Vaccarella in
uno dei passaggi del suo intervento.