Mps, 11 avvisi di fine indagini: c’è anche Jp Morgan

di Redazione

 SIENA. La procura di Siena ha chiuso le indagini sull’acquisizione di Antonveneta da parte di Mps e ha inviato la notifica a 11 soggetti “tra persone fisiche e giuridiche”.

Tra loro anche Jp Morgan, che aveva concesso a Mps l’emissione obbligazionaria convertibile chiamata Fresh, del valore di un miliardo. Secondo l’accusa, questa cifra era un vero e proprio prestito al Monte dei Paschi. Nell’inchiesta, a quanto riferisce il pm Antonino Nastasi, non sono trovate “tangenti” né evidenziati “vantaggi personali”.

All’ex presidente Giuseppe Mussari sono stati contestati i reati di insider trading e false comunicazioni sociali ai soci e ai creditori. Le eventuali richieste di rinvio a giudizio, per tutti o per una parte degli indagati, potrebbero essere inoltrate nel mese di settembre. Dopo sarà il gup a fissare la data dell’udienza preliminare, probabilmente entro il mese di dicembre.

L’avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato dai pm senesi a 11 soggetti. In particolare la notifica è stata consegnata all’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari, l’ex dg Antonio Vigni, all’ex Cfo Daniele Pirondini.

Oltre a loro gli altri dirigenti e componenti del collegio sindacale Marco Morelli, Giovanni Raffaele Rizzi, Fabrizio Rossi, Tommaso Di Tanno, Pietro Fabretti, Leonardo Pizzichi. La notifica è stata consegnata anche a Banca Monte dei Paschi di Siena, nella persona del presidente e legale rappresentante Alessandro Profumo e a Jp Morgan.

In particolare, a Jp Morgan viene contestato l’illecito amministrativo sulla responsabilità d’impresa. Per i magistrati il reato sarebbe stato commesso “nell’interesse e a vantaggio di Jp Morgan da persona ignota, per la quale si procede separatamente, che rivestiva al momento del fatto funzioni di rappresentanza, di amministrazione e comunque direzione della società”.

La banca americana ha replicato che “l’indemnity a cui si fa riferimento, che è stata efficace solo pochi giorni, non è mai stata azionata e non ha determinato alcun vantaggio per Jp Morgan o per i suoi dipendenti”. Jp Morgan ha fatto sapere di aver agito “in modo del tutto corretto e appropriato”.

All’ex presidente di Mps, Giuseppe Mussari, i titolari dell’inchiesta contestano l’insider trading, perché “in possesso di informazioni privilegiate”, la stipula dell’accordo con il Santander, comunicava la notizia all’allora sindaco di Siena Maurizio Cenni e all’ex presidente della Provincia Fabio Ceccherini, oltreché al responsabile dell’investment banking di JP Morgan Enrico Bompieri.

A Mussari, insieme all’ex dg Antonio Vigni e all’ex Cfo Daniele Pirondini, viene contestato anche il reato di false comunicazioni sociali ai soci e ai creditori. I tre avrebbero ingannato “soci e pubblico, rappresentando la complessiva operazione Fresh quale strumento di capitale in luogo di strumento di debito, nel bilancio 2008”.

Per l’accusa il Fresh era quindi un vero e proprio prestito di 1 miliardo di euro ottenuto da JP Morgan. Mussari, Vigni e Pirondini sono poi stati indagati in concorso per falso in prospetto (reato contestato anche a Raffaele Giovanni Rizzi) e concorso in manipolazione del mercato. L’ex dg è stato accusato anche di ostacolo all’autorità di vigilanza in concorso con Marco Morelli, Fabrizio Rossi e con gli ex componenti del collegio sindacale Tommaso Di Tanno, Leonardo Pizzichi e Pietro Fabretti.

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