Berlusconi: ad ottobre scelta tra domiciliari o servizi sociali

di Redazione

Silvio BerlusconiMILANO. Il pm di Milano, Ferdinando Pomarici, ha firmato l’ordine di esecuzione con sospensione della pena per l’ex premier Silvio Berlusconi, condannato in via definitiva a 4 anni di reclusione (di cui tre coperti da indulto) per frode fiscale nell’ambito del processo Mediaset.

In questo modo, entro metà ottobre, il Cavaliere dovrà scegliere se optare per i domiciliari o i servizi sociali. Inoltre per effetto dell’articolo 3 del decreto legislativo Anticorruzione, approvato nel 2012 con l’allora Guardasigilli Paola Severino, su Berlusconi incombe l’ombra dell’incandidabilità e della decadenza del suo mandato di senatore. Intanto, dopo il videmessaggio di ieri, in cui ha accusato la magistratura, alle 18 di venerdì il leader del Pdl riunirà i gruppi parlamentari del partito alla Camera per decidere le prossime mosse.

LETTA. Proprio sul suo mandato il Senato sarà chiamato a votare. Un punto spinoso per la maggioranza di governo, anche se il presidente del Consiglio Enrico Letta ostenta tranquillità e assicura che “dovrà essere applicata la legge”. Il premier si mostra inoltre ottimista sul futuro del governo e afferma di confidare che “prevarranno gli interessi generali e l’interesse dall’Italia”. Sarebbe un “delitto” non andare avanti, fermarci “malamente”, perché il lavoro del governo comincia a dare i suoi “frutti”, ha poi affermato Letta nel corso di un incontro coi parlamentari di Scelta Civica e Udc.

SCONTRO PD-PDL. La partita del governo però resta apertissima. L’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani, si domanda poi se il Pdl intenda “essere guidato da è stato condannato per evasione fiscale”, mentre commentando a caldo la sentenza, il segretario del Pd, Epifani, aveva parlato di una condanna che non solo va “rispettata”, ma anche “applicata e resa applicabile”. E non si fa attendere la risposta del capogruppo al Senato del Pdl, Renato Schifani: “Le indegne provocazioni di Epifani e di Bersani a cui ribadiamo che il nostro leader resta Silvio Berlusconi sono il sintomo della volontà da parte del Pd di staccare la spina perché le loro lacerazioni interne non consentono un appoggio forte al governo Letta. Ma il Pdl non abbocca a queste provocazioni”.

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