Processo Melania Rea, Parolisi: “Innocente, amavo mia moglie”

di Emma Zampella

Salvatore ParolisiL’AQUILA. La sentenza arriverà lunedì, 30 settembre, ma il processo per l’omicidio di Melania Rea continua con l’ultimo round in corso venerdì pomeriggio durante il quale il marito, il caporal maggiore Salvatore Parolisi continua a dichiararsi innocente.

“Amavo Melinia”, dice Parolisi nell’ultima udienza del processo prima di conoscere le sue sorti. Per lui il Procuratore Generale, Romolo Como, ha disposto la conferma dell’ergastolo e delle aggravanti. Nel suo ultimo atto di difesa, Parolisi ha parlato per cinque minuti rivolgendosi ai familiari di Melania: “La amavo – ha detto – anche se ho sbagliato a tradirla. Grazie per ciò che state facendo per Vittoria”. Le parole di Parolisi sono state riferite dal fratello di Melania, Michele.

Da quanto si è appreso il caporal maggiore non ha offerto alcuna ricostruzione alternativa dei fatti, nè si è soffermato sui particolari. Ad assistere all’udienza a porte chiuse anche il fratello della vittima, Michele Rea che ha dichiarato: “Per la prima volta ha indirizzato il suo sguardo verso di noi, dopo due anni non so come ha fatto. Il tutto per ringraziarci del fatto che noi facciamo tutto per la bambina. Delle bugie e dei trans non si è parlato per niente. Per me lui rappresenta il nulla, non mi fa nè caldo nè freddo, mi dispiace solo per quella povera bambina che comunque un giorno dovrà sapere e mi dispiace anche per Melania che ha avuto a che fare con questa persona”. Il padre di Melania, Gennaro, all’uscita dall’udienza, ha detto di aver ascoltato con indifferenza la deposizione di Parolisi: “’Mi aspetto giustizia piena quindi con la conferma dell’ergastolo . Salvatore è indifendibile”.

Parole dure che giustificano il mancato perdoni nei confronti di colui che resta l’unico indiziato principale per la morte di Melania. L’avvocato Biscotti, legale del caporalmaggiore, invece, ha sottolineato di aver ribattuto punto su punto alle accuse formulate contro il suo assistito ribadendo che Parolisi non era sul luogo del delitto. “Abbiamo dimostrato documentalmente – ha spiegato – che la ricostruzione del giudice di primo grado almeno dalle 14.55 in poi non regge, pertanto abbiamo invocato che la decisione non può non essere la dichiarazione di Salvatore Parolisi come estraneo a tutti i fatti contestati. Abbiamo dimostrato proprio attraverso la documentazione di orari di celle, di testimonianze di telefonate, che Parolisi non può aver commesso né l’ omicidio, né’ un depistaggio. Non era presente sul luogo dell’ omicidio perche’ non c’e’ niente sul luogo del delitto che puo’ ricondurre a lui. C’e’, invece – secondo Biscotti – molto di altro afferente ad altri soggetti rimasti ignoti”. La difesa, inoltre, ha chiesto di riesaminare alcuni indizi: un’orma e un polsino sporco di sangue che, a detta di Biscotti, non sarebbe nè di Melania nè di Salvatore.

L’arringa di Biscotti è terminata alle 13:30 per dare spazio a quella di Nicodemo Gentile, che ha interessato invece tutto il pomeriggio. Per l’avvocato della famiglia Rea Mauro Gionni ”la dichiarazione è durata pochi secondi ed è stata la solita cosa, un piagnucolare senza lacrime con Parolisi che dice sono un traditore ma non sono un assassino e che chiede scusa a tutti, un intervento irrilevante processualmente”. Di parere opposto uno dei due difensore di Parolisi, l’ avvocato Walter Biscotti per il quale il caporalmaggiore ”ha parlato con il cuore dicendo quello che sente, si è rivolto ai parenti con un’emozione fortissima parlando al cuore soprattutto per la bambina alla quale tiene moltissimo”.

“Le differenze sulle motivazioni e sul movente tra il giudice di primo grado e il procuratore generale rafforzano la colpevolezza di Parolisi perché ogni indizio fa sempre capo alla stessa persona”.Così il legale Mauro Gionni ha parlato all’uscita dall’ aula. Il commento dell’avvocato è anche rivolto alle sottolineature delle discordanze da parte degli avvocati di Parolisi ed anche alla istanza di approfondimento delle indagini con nuove prove presentata dagli stessi difensori del caporalmaggiore. ”A mio avviso non verrà accolta – ha continuato l’avvocato Gionni – perché siamo di fronte ad un abbreviato in fase di appello nell’ambito del quale le parti non possono chiedere altre perizie e altri approfondimenti ma è solo la Corte che ha la facoltà di concedere – ha continuato – anche noi abbiamo presentato una istanza sulla denuncia fatta alla procura di Napoli in riferimento all’utilizzo dei 130 mila euro che erano sul conto di Parolisi”.

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