ROMA. Mario Monti si dimette da presidente di Scelta Civica, il movimento da lui stesso creato.
La presidenza dichiara lex premier in un lungo comunicato verrà assicurata dal vicepresidente vicario Alberto Bombassei, fino all’attivazione delle procedure previste dallo Statuto per la nomina del nuovo presidente. Domani annuncia lascerò il gruppo Sc del Senato e chiederò l’iscrizione al gruppo misto. Nella mia veste di senatore a vita, non verrà meno il mio impegno per contribuire all’affermazione di quei valori e di quella visione per i quali, confido, quanti hanno aderito al progetto di Scelta Civica per l’Italia continueranno a battersi.
Il professore spiega le ragioni della sua scelta: Sulla base degli elementi resi noti dal governo sul disegno di legge Stabilità approvato martedì sera, ho avuto ieri scambi di opinioni all’interno di Scelta Civica, in particolare con i presidenti dei Gruppi parlamentari al Senato (Susta) e alla Camera (Dellai), con i responsabili economici (Lanzillotta, Ichino, Zanetti) e con il portavoce politico (Della Vedova). Su tale base, nella serata di ieri ho rilasciato una dichiarazione come presidente di Scelta civica. Vi si esprimeva una prima valutazione, secondo la quale il ddl Stabilità appare soddisfacente quanto al rispetto dei vincoli europei, timido per quanto riguarda la riduzione delle tasse, insoddisfacente per quanto riguarda l’orientamento alla crescita, sottolinea Monti.
L’ex capo del governo tecnico va nei dettagli: La posizione che Sc terrà nell’iter parlamentare dipenderà dalla misura in cui il governo vorrà e saprà accogliere le preoccupazioni indicate. Pure nella serata di ieri, quattordici deputati di Sc hanno diffuso una loro nota congiunta, sostanzialmente in linea con la mia dichiarazione, ricorda il senatore a vita. Oggi, dal canto loro, undici senatori appartenenti al Gruppo di Scelta Civica – Albertini, Casini, De Poli, Di Biagio, Di Maggio, D’Onghia, Luigi Marino, Merloni, Olivero, Lucio Romano, Maurizio Rossi – hanno rilasciato una loro dichiarazione congiunta. E’ difficile non convenire con il pochissimo che viene detto in ordine alla valutazione del ddl (E un primo passo nella giusta direzione). Ma vi è un quid specifico, di rilievo politico, che permea la dichiarazione, unisce le posizioni tenute di recente dagli undici firmatari e le connette ad un altro senatore di Sc, che non è tra i firmatari in quanto fa parte del governo, il ministro della Difesa Mauro, avverte Monti.
Il comunicato si chiude: Non posso non intendere la dichiarazione degli undici più uno senatori come una mozione di sfiducia nei miei confronti. Ne prendo atto.