coperta dell Costa Concordia, lunedì mattina è stato ascoltato durante la nuova
udienza al Teatro Moderno di Grosseto, sul naufragio della nave.
Cosa ho
fatto? Ho finito di navigare! Così disse
il comandante Schettino dopo l’urto della nave, dice Iannelli. Riguardo al momento dell’urto ricorda che sentimmo
l’urlo dell’ufficiale Salvatore Ursino
che si era spostato per sua iniziativa sull’aletta di sinistra, a fare da
vedetta.
Ci furono vibrazioni e sollecitazioni che avvertimmo fino in plancia
dice ancora -poi Schettino andò a verificare e disse in quel modo.
Iannelli
riferisce anche un particolare: L’ufficiale Salvatore Ursino mi riferì, nelle
fasi dello sbarco al Giglio, di aver visto che il comandante Francesco Schettino teneva tra le gambe
una valigetta. Il comandante Schettino saltò, poco prima di me, sul tetto di
una scialuppa al ponte 4.
Sul ponte 4, su lato di dritta- ha ricordato
ancora Iannelli rispondendo alle domande del pm Stefano Pizza -, era stata formata una catena umana, per non
scivolare, io facevo parte del team di soccorso Tango India e intervenimmo su
almeno cinque infortuni.
Poi, rispondendo al pm Stefano Pizza, nelle fasi
concitate dell’evacuazione della nave, quando non vedevo più nessun
passeggero, insieme a Schettino, Garrone, un elettricista, un’infermiera della
Concordia e Salvatore Ursino, arrivammo dove c’era una scialuppa. Io saltai sul
tetto, il comandante Schettino vi era saltato poco prima. Appena la lancia
partì, la nave si ribaltò di lato e il ponte dove eravamo andò sott’acqua.