ROMA. La decisione dei comuni di far pagare ai contribuenti il 50% dell’aumento delle aliquote Imu sulle prime case nel 2013 potrebbe comportare una “mini-stangata” media di 42 euro a residente.
Nonostante lo stop della seconda rata sullimposta sulla casa, il governo non ha le coperture sufficienti a garantire il gettito in più che gli enti locali volevano ottenere dal rialzo delle aliquote sulla prima casa rispetto al livello standard del 4 per mille.
Ad oggi, anche se c’è tempo fino al 9 dicembre per l’approvazione dei bilanci di previsione, sono 873 i Comuni che hanno deliberato aumenti di aliquote dell’Imu sulla prima casa e tra essi 11 città capoluogo. In totale, si tratta di 3,4 milioni di prime case che si aggiungono ai 44.785 possessori di una prima casa di lusso (A/1, A/8 e A/9), i quali verseranno il saldo il 16 dicembre.
Uno studio della Uil rileva chea Milano l’aliquota è passata dal 4 al 6 per mille; a Napoli dal 5 al 6 per mille; a Bologna dal 4 al 5 per mille; a Genova dal 5 al 5,8 per mille; ad Ancona dal 5,5 al 6 per mille; a Benevento dal 5 al 6 per mille; a Verona si passa dal 4 al 5 per mille; a Frosinone, Caltanissetta, Cosenza e Vibo Valentia passa dal 4 al 6 per mille.
Secondo i calcoli del sindacato, il “conto” da saldare per i contribuentia Milano è di 73 euro (nel 2012, però, si sono pagati 292 euro medi); a Bologna di 40 euro medi (321 euro nel 2012); a Napoli di 38 euro medi (379 euro nel 2012); a Genova di 31 euro medi (72 euro nel 2012); ad Ancona di 21 euro medi (341 euro nel 2012) ; a Verona di 31 euro medi (281 euro nel 2012).
Dunque,tra saldo Imu e Tares e acconto Iuc (la nuova tassa che ha sostituito la prematuramente scomparsa Trise), tra il 16 dicembre e il 16 gennaio, si profila un vero ingorgo fiscale per le tasse sulla casa. “Questo incrocio fiscale, insieme agli aumenti delle addizionali Irpef, rischia di contrarre ancora di più i consumi interni e quindi la ripresa economica ed occupazionale”, dicono dalla Uil.