MILANO. La Procura di Milano ha chiuso le indagini in vista della richiesta di rinvio a giudizio per Umberto Bossi, i suoi due figli Riccardo e Renzo, e altre persone per la vicenda della gestione dei fondi della Lega.
Le accuse per l’ex segretario del Carroccio sono di appropriazione indebita e truffa allo Stato per circa 40 milioni di euro. L’avviso di conclusione delle indagini firmato dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e dai pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini, in vista della richiesta di processo, riguarda 10 persone, tra cui Umberto Bossi e i figli Renzo e Riccardo, accusati di appropriazione indebita.
Tra gli indagati anche l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, l’ex vicepresidente del Senato Rosi Mauro e l’imprenditore Stefano Bonet in relazione allo scandalo sull’uso dei fondi della Lega scoppiato nella primavera del 2012, che ha travolto il fondatore della Lega Bossi e la sua famiglia.
Da quanto emerge dall’atto dei pm, attraverso rendiconti irregolari presentati in Parlamento, Umberto Bossi in “qualità di legale rappresentante” del Carroccio avrebbe truffato lo Stato per circa 40 milioni di euro. Cifra maggiore rispetto a quella che era venuta alla luce fino ad oggi che era di circa 18 milioni di euro. Gli investigatori del nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano, infatti, hanno analizzato oltre ai rendiconti del 2009 e del 2010 anche quello del 2008, per cui la Lega avrebbe ottenuto indebitamente rimborsi elettorali pari a “22.473.213” euro.
Per il 2009, invece, avrebbe incassato illecitamente “17.613.250” euro, mentre nel 2010 “i revisori pubblici hanno dichiarato l’irregolarità del rendiconto” e i soldi richiesti non sono arrivati al partito. Secondo l’accusa, la Lega avrebbe incassato soldi pubblici “in assenza di documenti giustificativi di spesa ed in presenza di spese effettuate per finalità estranee agli interessi del partito politico”. Di qui l’accusa di appropriazione indebita per il Senatùr e i suoi figli per una serie di spese personali.
La Procura di Milano ha chiuso le indagini per la vicenda dei fondi della Lega anche nei confronti di Rosi Mauro, l’ex senatrice del Carroccio, che ora è accusata di unappropriazione indebita di 99.731,50 euro, denaro proveniente dalle casse del partito. Tra i soldi di cui l’ex esponente lumbard si sarebbe appropriata ci sono anche 77.131,50 euro “per acquisto titolo di laurea albanese – si legge nel capo di imputazione – presso l’università Kristal di Tirana a favore di Pierangelo Moscagiuro” ex guardia del corpo.
La procura di Milano contestualmente alla chiusura delle indagini sui fondi della Lega a carico dell’ex tesoriere Francesco Belsito, dell’ex segretario Umberto Bossi, dei suoi due figli e di altre persone, ha chiesto l’archiviazione delle posizioni dell’ex ministro Roberto Calderoli, della moglie del Senatur Manuela Marrone e anche dell’ex legale del Carroccio e ex componente del Csm Matteo Brigandì. Se venisse accolta tale istanza, che riguarda per alcuni capi di imputazioni anche gli stessi Umberto Bossi, Belsito e Rosi Mauro, i tre indagati verrebbero esclusi dal procedimento.