nel carcere torinese Lo Russo Cotugno (ex Vallette). Un poliziotto, Giuseppe Capitano, 47 anni, ha ucciso
un ispettore, Giampaolo Melis, di
53, e poi ha rivolto larma contro se stesso.
È morto allospedale Maria
Vittoria. Sarebbero stati sparati diversi colpi al termine di una lite
degenerata immediatamente in vera e propria sparatoria.
Entrambi gli agenti
lasciano moglie e due figli ciascuno. Siamo rimasti tutti scioccati. Erano due
bravi ragazzi, ci vedevamo ogni mattina. Vivere qui dentro è impossibile. I
ritmi sono stressantissimi. È come combattere una guerra ogni giorno.
È lo
sfogo di Mimmo, un agente di polizia penitenziaria amico delle due vittime.Stando
ad una prima ricostruzione, i fatti sarebbero andati in questo modo. Sono le 8.
Capitano (con il grado di assistente capo) entra nel bar interno della casa
circondariale. Lo spaccio è affollato. Lagente vede il suo superiore. Lo
avvicina. E gli rivolge, appunto, questa domanda: Cosa mi state combinando tu
e il capo?.
Frase motivata dal timore di essere raggiunto da un provvedimento
disciplinare, per motivi che sono ancora da chiarire. Per questo Capitano ha
estratto la pistola dalla fondina e ha esploso diversi colpi contro Melis,
centrandolo alladdome e alla testa.
Lispettore è morto allistante. Subito
dopo lagente ha rivolto la rivoltella verso se stesso, sparandosi alla gola. Nessuno
dei due aveva problemi psichiatrici, erano tranquilli. Ma qui dentro basta un
nulla per farti impazzire. È stressantissimo. La gente non ci vede e non sa
cosa facciamo. Ogni giorno detenuti picchiano miei colleghi. Ci sono guerre
quotidiane.
Al bar del carcere è arrivato anche il direttore delle Vallette, Giuseppe Forte. Siamo tutti sconvolti.
Questa tragedia per noi è familiare perché qui ai passa gran parte della
giornata. Erano due persone innamorate del loro lavoro – spiega – due persone
corrette.