Roma. Accetta con riserva Matteo Renzi lincarico conferitogli da Giorgio Napolitano per la formazione di un nuovo governo dopo le dimissioni di Enrico Letta.
La decisione è giunta lunedì mattina dopo oltre unora e mezza di colloquio che il segretario del Pd ha avuto al Quirinale con il capo dello Stato. Alluscita dallincontro, Renzi, che punta ad un governo fino al 2018,ha spiegato: Per un orizzonte di legislatura come quello che ci proponiamo serve qualche giorno per sciogliere la riserva.
Il sindaco di Firenze ha poi dettato quella che considera una vera e propria road map per lesecutivo, prima ancora delle questioni legate ai nomi dei futuri ministri. In particolare, Renzi ha spiegato che da subito bisognerà affrontare il tema delle riforme istituzionali, a partire da quella elettorale. Per poi passare nei mesi successivi a tre macro-temi, uno per mese: a marzo il lavoro, ad aprile la riorganizzazione della pubblica amministrazione, a maggio il fisco. Una volta completata la squadra resterà lo scoglio della fiducia in Parlamento: scontata quella alla Camera, meno scontata quella al Senato.
La minoranza del Pd, infatti, potrebbe non voler sostenere un governo politico insieme al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano che ancora domenica ha ribadito la necessità che nel programma di governo siano evidenti anche le istanze della sua parte politica. Un rischio che si comprende dalle parole di Filippo Civati: Se ho rotto con Matteo è perchè non voglio Alfano. Non so se voterò la fiducia, anche altri parlamentari la pensano come me. Renzi, tuttavia, anche senza i voti del suo ex avversario alle primarie del Pd, avrebbe la maggioranza ma per Civati si aprirebbe un governo di centrodestra.