Roma. Primo vertice di maggioranza andato in scena giovedì negli uffici di Graziano Delrio, ministro uscente e fedelissimo del premier Matteo Renzi.
Oltre due ore e mezza di incontro che non sono riuscite quindi a produrre la sintesi necessaria sia sul fronte programma di governo che, evidentemente, sui nomi dei futuri ministri.
Angelino Alfano, leader del Ncd e in predicato per un dicastero, già in mattinata, sempre con un cinguettio, aveva chiarito di non volere un ministro delle finanza affezionato alle tasse, indicando così una precisa volontà programmatica ed inserendosi di fatto nel totoministri.
Ci sono molte criticità, ha twittato durante lincontro Maurizio Sacconi del Nuovo Centro Destra. Un buon passo di partenza verso il contratto di coalizione, lo ha definito Andrea Romano di Scelta Civica. Una riunione proficua, ma non può essere definitiva”, ha chiarito Renato Schifani.
ll punto dolente, a quanto si apprende, sarebbe quello delle riforme e della nuova legge elettorale. Ncd avrebbe posto il veto sulla firma del programma in relazione alla durata della legislatura.
Il partito di Alfano ha chiesto che sia scritto nero su bianco che l’entrata in vigore della legge elettorale sia condizionata al compimento delle riforme. Dobbiamo chiarire il rapporto con le riforme”, conferma Lorenzo Dellai del gruppo Per lItalia.