Italicum approvato: 365 voti a favore. Entusiasta Matteo Renzi

di Emma Zampella

 Roma. Matteo Renzi ce l’ha fatta: l’Italicum riceve l’approvazione della Camera. Con 365 voti a favore su 389 potenziali, la riforma elettorale riceve il via libera, nonostante i voti contrari dei Popolarim, M5S, Lega Fdi, Sel.

Una riforma che, dal percorso travagliato e sofferto, ha messo a dura prova il patto stretto tra il premier e il leader di Forza. Il peggio non è ancora passato perché la legge dovrà poi passare l’esame del Senato, dove già si preannuncio lo scontro sulle preferenze e le quote rosa. Renzi per ora canta vittoria: “Politica 1 – disfattismo 0” commenta prima di lanciarsi nella prossima scommessa: l’abolizione del bicameralismo perfetto. Se non ci riesce, annuncia, “non è che considero chiusa l’esperienza del governo, considero chiusa la mia esperienza politica”.

Ma oggi, intanto, ha battuto i “gufi” che hanno remato contro. “In democrazia c’è battaglia, si vota e si discute ma nei voti appena fatti il governo non è mai andato sotto” rassicura. Una riforma, questa concordata con Berlusconi, che pur avendo dei limiti, consentirà. Secondo il parere del Presidente del Consiglio, di mettere in moto un “cambio strutturale”. A fare eco alle parole di Renzi, è il ministro delle Riforme, Maria elena Boschi, che sottolinea come questo processo importante per il destino della politica italiana sia in atto da molti anni ormai ma che sia portato, almeno in parte, a compimento da questa legislatura.

L’approvazione, almeno in Camera, dell’Italicum ha portato non poche fratture anche all’interno del Pd:

oltre a Rosi Bindi e Francesco Boccia, in missione, ci sono 13 assenti ingiustificati che non si presentano a votare la riforma. Una pattuglia guidata, si legge dall’Ansa, tra gli altri, da Enrico Letta e Pippo Civati. Non c’è il lettiano Marco Meloni (i suoi emendamenti sulle primarie sono stati bocciati),l’ex tesoriere bersaniano Antonio Misiani; mancano 6 deputate critiche verso l’assenza di norme sulla parita’ di genere. Nessun “complotto” chiarisce Pier Luigi Bersani che fa notare di aver fatto “eccezione alla convalescenza per venire a votare: ma questa legge va migliorata. Ho salvato il mio cervello per un pelo e non voglio consegnarlo adesso”. I renziani, invece, esultano: “La stagione del Porcellum volge al termine. Durissime le reazioni della politica contraria alle scelte renziane.

Giorgia Meloni, capogruppo di Fratelli d’Italia, aveva criticato Renzi: “Non parli di piccoli partiti, chi ha il 4% ha il voto di due milioni di italiani, è inaccettabile venga escluso dalla rappresentanza. Semmai siamo partiti non allineati”. Il leghista Matteo Bragantini aveva parlato di “Forza Italicum”, definendolo “un ritorno al passato, un super Porcellum anticostituzionale”. Sel aveva invece inscenato una protesta, stigmatizzata dalla presidente Boldrini, sventolando libretti con la Costituzione. Scelta Civica sceglieva invece la strada dell’astensione: “L’Italicum zoppica sulla novità, una legge elettorale deve essere trasparente, e questa riforma non va in questa direzione. Non siamo sindacalisti dei cosiddetti partiti piccoli, ma Scelta Civica si astiene, è un incoraggiamento per una rinegoziazione e un miglioramento della riforma al Senato, vanno sciolti dei dubbi seri, di sistema”. Netta la contrarierà dei grillini: “Questa legge elettorale voluta da Renzi, Alfano e Berlusconi è un’orrenda schifezza che fa male al paese e peggiora il livello della democrazia” ha detto in Aula il deputato del M5s Danilo Toninelli annunciando il no del suo gruppo all’Italicum.

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