Berlusconi, la procura dà il via libera ai servizi sociali

di Mena Grimaldi

 Milano. È durata quasi due ore l’udienza per Silvio Berlusconi che deve scontare un anno di pena dopo la condanna per frode fiscale nel processo sui cosiddetti diritti tv.

Il sostituto procuratore generale, Antonio Lamanna, ha dato parere favorevole alla richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali di Silvio Berlusconi, all’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza di Milano.

Gli avvocati Niccolò Ghedini e Franco Coppi hanno aggirato giornalisti e fotografi che assediavano i due lati del corridoio del piano terra del Tribunale di Milano.

Dopo la lettura della relazione da parte del giudice Beatrice Crosti e l’intervento del pg Antonio Lamanna, a intervenire è stato il collegio difensivo che già nei giorni scorsi aveva presentato una relazione ai giudici per chiedere l’affidamento di Berlusconi ai servizi sociali ed evitare l’ipotesi degli arresti domiciliari.

L’indulto votato dal Parlamento nel 2006 gli ha cancellato 3 dei 4 anni, e il modo di scontare i residui 12 mesi (che in concreto poi scenderanno a 10 mesi e 15 giorni, perché il beneficio della “liberazione anticipata” abbuonerà 45 giorni una volta scontati i primi 6 mesi) era il tema dell’udienzadi oggi. Niente anziani, ma restituire speranze a “disabili psichici e fisici”.

Di questo vuole occuparsi Silvio Berlusconi nei nove mesi che dovrà passare come “detenuto esterno affidato ai servizi sociali”.

Con un documento di dieci pagine, infatti, gli avvocati di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Franco Coppi, hanno presentato lunedì pomeriggio una soluzione alternativa alla relazione degli assistenti sociali dell’Ufficio esecuzioni pene esterne che avevano previsto per Silvio Berlusconi un impegno settimanale presso un centro di cura per anziani e disabili nell’hinterland milanese.

Nella memoria, in sostanza Berlusconi chiede di essere affidato a un “centro terapeutico ospedalizzato” non per anziani ma per disabili mentali e fisici, persone su cui sviluppare “nuovi stimoli in quanto soggetti rassegnati alla disabilità”. Si tratterebbe di un luogo all’aperto e ancora da aprire, sempre nel milanese, probabilmente proprio ad Arcore.

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