I pediatri lanciano l’allarme morbillo: in Italia oltre mille casi

di Mena Grimaldi

 Roma. I pediatri italiani lanciano un allarme per l’incremento del morbilli.

“Nel mese di aprile 2014, si sono verificati 236 casi, portando a 1.047 quelli segnalati dall’inizio dell’annoin notevole aumento rispetto alcorrispondente periodo del 2013 quando si registrarono poco più di 700 casi”, ha affermato Alberto Ugazio, direttore del Dipartimento di Medicina Pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma e presidente della Commissione vaccini della Società italiana di pediatria.

“Lo scorso anno vi sono stati circa 2.200 casi complessivi di morbillo – ha riferito Ugazio – ma a fine 2014 c’è da aspettarsene molti di più perché i dati aoggi disponibili non comprendono il periodo maggio-giugno, quando non si è ancora esaurito il picco stagionale”. “La democratizzazione dell’informazione genera anche falsa informazione”, ha affermato Ugazio.

“Il ritorno del morbillo e di altre malattie infettive, come ad esempio la pertosse in Inghilterra, è un effetto collaterale – hacontinuato – della medicina ‘postmoderna’: una medicina che non riconosce la verità scientifica, che valuta solo i rischi e non i benefici, che mette le competenze del paziente sullo stesso piano di quelle del medico. Le informazioni sono una cosa, la conoscenza è un’altra cosa: il problema è che Google mette tutto sullo stesso piano”.

“Per affrontare questa emergenza – ha evidenziato Susanna Esposito, presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrican l’Organizzazione mondiale della sanità ha creato una Commissione di esperti per attuare un piano di prevenzione a livello europeo al quale hanno aderito 53 Paesi dell’Ue e altri Stati del mondo, con l’obiettivo di eliminare morbillo e rosolia entro il 2015″.

“In Italia – ha precisato Esposito – la situazione della copertura vaccinale risulta a oggi alquanto complessa: se la copertura con la prima dose appare buona sebbene non ottimale, circa il 90 per cento, quella della seconda dose è, invece, nettamente inferiore agli standard richiesti, anche perché è stata introdotta soltanto nel 2005. Questo il motivo per cui tantiadolescenti e giovani adulti che non hanno avuto la malattia non sono vaccinati o sono stati vaccinati solo una prima volta”.

Considerata una malattia innocua, il morbillo è invece responsabile di encefalite in un caso su mille, evento che porta alla morte o a danni permanenti. Inoltre, se contratto in età adulta, il morbillo ha molti più rischi di effetti collaterali perché la sindrome è più violenta, esponendo il paziente a complicanze e ricoveri.

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