Yara, pm: “Il dna è stato nostro faro. Indagine pazzesca”

di Mena Grimaldi

 Bergamo. “Il dna è stato un faro per noi. Dopo aver riesumato il cadavere di Guerinoni, non abbiamo avuto più nessun dubbio sul fatto che fosse il padre del soggetto che stavamo cercando”.

Così nel corso di una conferenza stampa Letizia Ruggeri, pm titolare delle indagini sul caso di Yara Gambirasio, a proposito del dna trovato sulle mutandine di Yara. Il pubblico ministero ha anche aggiunto di “non poter escludere la possibilità del giudizio immediato. Ho 180 giorni per chiederlo, ma vediamo, ci sono molte cose da valutare”.

“È stata un’indagine faticosissima, è stata un’indagine pazzesca”, ha detto il pm durante la conferenza stampa in Procura a Bergamo. La Ruggeri ha spiegato che l’indagine, oltre ad aver coinvolto in una fase iniziale circa 120mila utenze telefoniche, dopo il ritrovamento del cadavere della ragazzina e l’individuazione del dna cosiddetto Ignoto 1, ha portato a uno screening altissimo di dna dei residenti della zona finché si è arrivati all’individuazione del dna del nipote del Guerinoni.

“Da qui è stato effettuato uno screening su tutta la famiglia fino ad arrivare alla riesumazione del cadavere del presunto padre dell’arrestato e – ha continuato il pm – non c’è stato più dubbio che il Guerinoni era il padre dell’omicida, grazie alla corrispondenza del dna con quello di ignoto”.

Il pm Letizia Ruggeri non esclude “di ricorrere al rito immediato, ma devo vedere come evolve questa fase investigativa”. Intanto, nell’ordinanza di custodia cautelare a carico di Massimo Giuseppe Bossetti, tra gli indizi da approfondire c’è anche la testimonianza del fratellino di Yara, sentito alla presenza di una psicologa nel luglio di due anni fa: “Yara aveva paura di un signore in macchina che andava piano e la guardava male quando lei andava in palestra e tornava a casa percorrendo la via Morlotti”.

In alcuni punti la descrizione fatta dal bambino sembrerebbe avere punti di incontro con Bossetti, ma non per altri, per esempio quando il bambino lo descrive come un uomo “cicciottello”.

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