Gaza. Un videoreporter italiano, Simone Camilli, è morto a Beit Lahya, nel nord della Striscia di Gaza. A confermare la notizia è la Farnesina.
Il giornalista, nato a Roma il 28 marzo del 1979, è deceduto a causa di unesplosione che ha provocato altre 4 vittime e feriti. Lo scoppio è avvenuto durante il tentativo di alcuni artificieri palestinesi di disinnescare un ordigno israeliano.
Camilli lavorava per diverse agenzie internazionali, tra cui lAssociated Press. Aveva una grande esperienza sul campo e aveva coperto alcuni dei maggiori eventi, dal Medio Oriente alla Turchia ai Balcani fino al disastro della Costa Concordia. “Simone viveva da lungo tempo in quella zona, ma in passato ha seguito anche altri conflitti in zone difficili del mondo. Autore di numerosi reportage, è sempre stato in prima linea, raccontano alcuni parenti della vittima.
Il padre di Simone, Pier Luigi, è un ex giornalista Rai e attuale sindaco di Pitigliano, nel Grossetano. Nel comune sono state sospese per lutto tutte le manifestazioni in programma. Con Simone avevo parlato l’altro giorno. Gli avevo detto di stare attento ma mi aveva risposto di non preoccuparmi, che la situazione era tranquilla, ha detto Pier Luigi Camilli. Luomo ha raccontato di aver visto suo figlio per l’ultima volta una settimana fa. Siamo stati con lui, con la moglie olandese e la figlioletta splendida di tre anni in vacanza in Toscana. Sono fiero di lui ha aggiunto lex giornalista Rai , aveva questo lavoro nel sangue. Ora partiamo per Gaza e ce lo riportiamo a casa.
La deflagrazione che ha ucciso Camilli, quando nella Striscia è in corso la tregua tra Hamas e Israele, sarebbe avvenuta durante il tentativo di artificieri palestinesi di disinnescare un ordigno sganciato da un F-16 israeliano e rimasto sul terreno. Ad avvertire le autorità della presenza della bomba inesplosa, ha spiegato il portavoce del ministero dellInterno Lyad al Bozom, erano stati i residenti dell’area e sul posto si era recata “una unità di ingegneri specializzata in queste operazioni”.
Il giornalista italiano, secondo quanto si apprende, stava seguendo i lavori per neutralizzare lordigno. Oltre a Camilli, le vittime sono Tayssir al-Hum, responsabile dell’unità speciale per la neutralizzazione degli ordigni; il suo vice Hazem Abu Murad; il loro assistente Billal Sultan; il giornalista Ali Abu Afash.
Le operazioni di disinnesco erano iniziate nella prima mattinata, quando la bomba era stata trasferita da una località vicina ai grattacieli di Sheikh Zayed, presso Beit Lahya, in un campo di calcio distante oltre cento metri. Questa precauzione, secondo fonti locali, ha poi salvato altre vite umane. In quel campo di calcio, nei giorni scorsi, erano stati neutralizzati altri ordigni rimasti sul terreno. Questa volta, però, qualcosa è andato storto. Il fratello di uno degli artificieri morti nellesplosione lancia accuse a Israele.
Nella bomba c’era un sorta di trappola, dice. Aggiungendo che il fratello, un alto ufficiale della polizia di Gaza, era un professionista nella neutralizzazione di quel genere di ordigni e che procedeva sempre con grande cautela. La sua convinzione è che la bomba israeliana sia stata manipolata nell’intento di provocare vittime.
La morte di Simone Camilli è una tragedia, per la famiglia e per il nostro Paese, ha detto il ministro degli Esteri Federica Mogherini. Ancora una volta è un giornalista a pagare il prezzo di una guerra che dura da troppi anni e per la seconda volta in pochi mesi piangiamo la morte di ragazzi impegnati con coraggio nel lavoro di reporter, ha aggiunto Mogherini riferendosi anche alla scomparsa del fotografo Andrea Rocchelli nel maggio scorso in Ucraina. “E se ve ne fosse stato bisogno – ha continuato il ministro – l’uccisione di Simone dimostra ancora una volta quanto urgente sia arrivare a una soluzione finalmente definitiva del conflitto in Medio Oriente”. “Ai famigliari e agli amici di Simone ha concluso Mogherini – voglio esprimere a nome mio e di tutto il governo le condoglianze per questa perdita così dolorosa.