Lampedusa. Almeno sei persone sono morte nell’ennesimo naufragio avvenuto la scorsa notte nel Canale di Sicilia, diverse miglia a sud di Lampedusa.
Un peschereccio con a bordo circa 370 migranti si è capovolto: 364 persone sono state salvate dagli uomini di Mare Nostrum, che hanno recuperato anche sei cadaveri. Sono tuttora in corso ricerche di eventuali dispersi.
Domenica altre vittime: la Marina Militare ha recuperato a sud di Lampedusa i cadaveri di 18 migranti, tutti uomini, che erano a bordo di un gommone. Sull’imbarcazione altre 73 persone che sono state salvate. Una tragedia che arriva il giorno dopo il naufragio di un’altra imbarcazione al largo delle coste libiche. Una ventina di corpi sono stati recuperati mentre potrebbero essere oltre 250, secondo gli ultimi aggiornamenti, le persone che hanno perso la vita. Proprio la Libia è sempre più nel caos dopo che i filo-islamici hanno annunciato la conquista dell’aeroporto.
Vittime che vanno ad aggiungersi ai circa 200 dispersi che la guardia costiera libica sta ancora cercando davanti Tripoli e alle centinaia di somali, eritrei, nigeriani, ghanesi, maliani finiti in fondo al mare di cui non si è saputo nulla. Duemila, secondo alcune stime, solo quest’anno. Ben oltre i 10mila dal 1998 ad oggi.
I numeri dei morti nel Mediterraneo sono dunque ormai quelli di una guerra. Se n’è accorta anche l’Ue che dopo aver risposto picche un paio di giorni fa all’ennesima richiesta di farsi carico del problema da parte del ministro dell’Interno Angelino Alfano, sembra aver cambiato rotta.
La Commissione si dice “scioccata” per le nuove tragedie del mare e “ringrazia” l’Italia per gli sforzi che sta facendo. Il commissario Ue per gli Affari Interni Cecilia Malmstrom ha annunciato che la prossima settimana vedrà il titolare del Viminale “per meglio definire le priorità e fornire assistenza all’Italia” e ai paesi del Mediterraneo che si trovano “a far fronte ad una accresciuta pressione migratoria e di asilo”.