Roma. “Il verdetto del Comitato di esperti sul metodo Stamina è un verdetto senza possibilità di appello”. Lo afferma il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a proposito della bocciatura del metodo Stamina. Su queste basi, ha aggiunto, “la sperimentazione non si farà”.
“Gli uffici stanno elaborando la relazione del Comitato – ha spiegato il ministro – e il verdetto dice che il metodo Stamina non sussiste e non ci sono i requisiti né di efficacia né per poter iniziare una sperimentazione”. Dunque, “se non emergono ulteriori elementi, la sperimentazione non si farà. Le conclusioni del Comitato sono definitive”.
Lorenzin guarda avanti, oltre il parere degli esperti: “La via è quella della soppressione del decreto Balduzzi – ha affermato riferendosi al provvedimento che prevede la sperimentazione del metodo Stamina in Italia – Spero anche che con serenità il nuovo Csm apra una fase di riflessione sul rapporto tra giustizia e scienza”. Quindi ha sottolineato: dal punto di vista “sanitario e scientifico per me la questione è chiusa, è conclusa”.
Contro questo secondo giudizio negativo, il presidente di Stamina Foundation ha già preannunciato ricorso al Tar. Una prospettiva che non sembra preoccupare Lorenzin: “Vannoni è un imprenditore e come tale legittimamente può fare ricorso a tutti gli strumenti che ci sono per tutelare i suoi interessi. Il mio interesse è tutelare l’interesse dello Stato che in questo caso è la salute dei pazienti, e quindi a questo punto siamo pronti a entrare in un’altra fase, che non è più quella sanitaria. D’altra parte mi pare che questo tipo di ‘fasi’ già ci siano, se ne occuperà anche il Tribunale di Torino”.
Più in generale il ministro ha osservato che il ricorso alle “cure alternative che non sono riconosciute dal sistema scientifico nazionale e internazionale ha la stessa valenza di chi fa le telefonate ai maghi per farsi curare. Ma i maghi non sono né legittimati né sovvenzionati dallo Stato”.
Quanto alle famiglie di malati che speravano nell’avvio della sperimentazione clinica sul metodo Vannoni, Lorenzin ha ammesso che “questa è la parte più triste della vicenda, perché ci sono tante famiglie disperate che si sono aggrappate a questa speranza”.
“Io – ha tenuto a precisare – ho intenzione di mantenere la mia parola: cioè destinare i 3 milioni di euro che erano stati stanziati per la sperimentazione sulle malattie rare. E poi, attraverso una maggiore cooperazione tra il ministero della Salute e le strutture regionali che si occupano anche dell’aspetto territoriale dell’assistenza, dobbiamo stare vicini alle famiglie che vivono il dramma di avere una malattia rara. Perché tutti questi casi sono casi di grande solitudine. E dove non possono arrivare la tecnica e la scienza può arrivare l’umanità”.