20 Novembre 2014: Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia

di Gabriella Ronza

 “Il fanciullo deve godere di tutti i diritti enunciati nella presente Dichiarazione. […]senza distinzione e discriminazione…”.

È una citazione presa dal primo articolo della Dichiarazione di Ginevra dei diritti del fanciullo redatta nel1924dallaSocietà delle Nazioni Unite in seguito alla terribile e traumatizzante esperienza della prima guerra mondiale.La dichiarazione, che sancisce il diritto di ogni fanciullo senza alcuna distinzione etnica o religiosa di vivere un’infanzia serena, fu approvata definitivamente il 20 novembre1959dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Questa data, ricordata come giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, ha segnato un evento importantissimo dal punto di vista morale: per la prima volta in modo ufficiale e universale, stati politici dotati di giurisdizione ratificavano un atto etico nei riguardi della sacralità della figura innocente del bambino.

L’infanzia è un periodo delicatissimo nella storia dell’individuo. Qualsiasi cosa che possa turbare l’animo di un bambino lo sconvolgerà per il resto della sua vita. A tal proposito le Nazioni Unite fondarono nel1946un’agenzia definita: Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) per aiutare i bambini vittime dellaseconda guerra mondiale. Attualmente ancora attiva, si occupa di assistenza umanitaria per i bambini e le loro madri in tutto il mondo.

Prima del XX secolo, il bambino era considerato un “adulto in miniatura”, un essere da far crescere il più velocemente possibile per ricoprire uno specifico ruolo nella società. Che fosse l’erede al trono di un qualche regno o il figlio di un fornaio, il fanciullo era fin da subito proiettato nel mondo degli adulti. Questo discorso è ancor più valido per le bambine che, appena divenute fertili, erano date in mogli. L’infanzia, come la concepiamo oggi, era dunque pura utopia e i nostri avi non ne avevano completamente consapevolezza.

Con l’avvento del progresso, dei principi razionali dell’Illuminismo e, più recentemente, della psicoanalisi, la popolazione umana si è resa conto che l’infanzia è una fase con uno specifico percorso che non deve assolutamente essere forzato o addirittura debellato.

Tuttavia aberrazioni come quelle di vedere in alcuni paesi, in particolare africani e asiatici, bambini – soldato o bambine – spose e mostruosità quali la pedofilia o il traffico illecito di minori dimostrano come questi concetti non sono ancora riconosciuti da tutti.

Per tali motivi, la giornata dedicata all’infanzia dovrebbe sensibilizzare l’opinione pubblica e ricordare sempre che l’infanzia non è un periodo di transizione: essa rappresenta il basamento della colonna vitale di ogni essere umano. Costruire cattive fondamenta farebbe crollare il tempio, ossia la società, in cui noi stessi viviamo.

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