AVERSA. Il centro-studi Carlo Rosselli dice No alla cittadinanza onoraria allArcivescovo Mario Milano, che sarà conferita giovedì 27 marzo dal Consiglio Comunale di Aversa.
In una nota stampa, il centro Rosselli spiega i motivi del proprio dissenso, ritenendo che il riconoscimento al vescovo Milano da parte delle autorità civili e laiche sia solo un gesto di pura ruffianeria para e pre-elettorale assolutamente ingiustificato dai fatti. E di fatti il centro Rosselli ne elenca qualcuno. A cominciare dallunico e insufficiente motivo individuato nella presenza dellArcivescovo alla guidata della Diocesi di Aversa dal 28 febbraio 1998. Questa sarebbe la principale e dovremmo dire unica motivazione per la quale il consiglio comunale ha deciso di riconoscere al prelato la massima onorificenza cittadina. Motivazione unica ed insufficiente, perché in questi dieci anni il vescovo Milano, oltre ad essere stato completamente assente dalla vita cittadina, limitandosi a rare e spesso discutibili sortite, si è distinto soprattutto per essersi prodotto in offensivi, reiterati, discriminatori ed illegittimi attacchi ai danni dei cittadini omosessuali della sua diocesi, in particolare contro la comunità gay della vicina Caivano, assurgendo per questo anche ai (dis)onori della cronaca nazionale. Per il centro-studi, altra colpa dellArcivescovo sarebbe quella di aver chiuso colpevolmente occhi, orecchie e bocca nei confronti dellopinione pubblica allorquando un sacerdote della sua diocesi fu accusato dellodioso reato di violenza carnale pedofila ai danni di un bambino di 12 anni, e tutto ciò senza rivolgere pubblicamente una parola di conforto alla vittima ed ai suoi genitori. Lo stesso sacerdote accusato vive oggi in una comunità per sottrarsi allira dei detenuti che non perdonano questo tipo di reato. Inoltre, avrebbe lasciato che un centro di preghiera a Casapesenna fosse dedicato ad un inquisito per camorra come Dante Passarelli. Tale intitolazione è stata poi rimossa ma non certo per merito e volontà del vescovo Milano. I soci del centro Rosselli fanno poi notare che la nostra città non si è comportata allo stesso modo nei confronti di vescovi come Giovanni Gazza e Lorenzo Chiarinelli che, pur rimanendo pochi anni ad Aversa, hanno comunque lasciato un segno molto più vivo e positivo nella comunità aversana, e non solo in quella dei credenti.