Tetto alle pensioni d’oro dal 2015: via libera alla Camera

di Redazione

 Roma. Via libera della commissione Bilancio all’emendamento del governo che rivede la legge Fornero sulle “pensioni d’oro” dei dipendenti pubblici.

Tetto che si applicherà su tutti i trattamenti pensionistici, anche “quelli già liquidati” ma “a decorrere dal 2015”. Lo prevede un emendamento alla legge di Stabilità depositato “con un blitz” in commissione Bilancio alla Camera e approvato, che nasce per sanare “una falla” della riforma Fornero.

Secondo fonti dell’esecutivo l’emendamento presentato dal ministero dell’Economia era “diverso da quello predisposto dal governo e autorizzato dal ministro Boschi su parere favorevole del ministero del Lavoro e, informalmente, dell’Inps”.

La modifica riguardava un punto sostanziale perché faceva salve tutte le “pensioni d’oro” già in godimento in quanto, secondo il Mef, avrebbe dovuto limitarsi a valutare i soli profili di copertura finanziaria, altrimenti la norma sarebbe stata incostituzionale.

Ma un subemendamento del relatore, Mauro Guerra (Pd), ha chiarito il campo di applicazione della norma che, con effetto dall’entrata in vigore della legge, riguarderà anche le pensioni già liquidate. La riforma Fornero permette ad alcune categorie, ad esempio dirigenti, magistrati e docenti universitari, di restare al lavoro oltre il limite della pensione di anzianità maturando i requisiti per incassare un assegno anche superiore all’ultimo stipendio. L’emendamento cancella questa possibilità e sancisce che “l’importo complessivo del trattamento pensionistico non può eccedere quello che sarebbe stato liquidato” con le regole precedenti alla riforma Fornero.

Di fatto il governo limita l’assegno all’80% dell’ultimo stipendio per queste categorie. Le economie derivanti da questa norma verranno destinate a un Fondo Inps per l’adeguamento delle pensioni erogate a categorie che verranno definite dalla presidenza del Consiglio.

La Commissione Bilancio della Camera dovrebbe approvare mercoledì la manovra. Dopo il via libera dell’aula, atteso entro domenica, la legge di Stabilità andrà in Senato per la seconda lettura. Il governo ha fatto sapere di essere pronto a porre la fiducia, o più precisamente tre fiducie su altrettanti maxiemendamenti che raccoglieranno le norme il più possibile omogenee in singoli articoli.

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