Roma. “Non è una bocciatura”. Questo il commento che filtra, più o meno velato, dalle stanze di Palazzo Chigi dopo lo schiaffo di Standard & Poors,che ha deciso di tagliare il rating dellItalia portandolo da BBB a BBB-, cioè quasi al livello “spazzatura”.
L’outlook sulle prospettive economiche è invece “stabile”. Ma resta un colpo duro per lItalia e per il governo, in un momento di massimo sforzo sul fronte delle riforme.
Standard & Poor’s spiega come a pesare sulla sua decisione sia stato un mix di preoccupazioni tra una crescita molto basa e un debito pubblico ancora enorme. “Secondo i nostri criteri – scrivono gli analisti dell’agenzia – un forte aumento del debito, accompagnato da una crescita perennemente debole e da una bassa competitività non è compatibile con un rating BBB”.
Certo, lo sforzo sul fronte delle riforme viene riconosciuto: “Prendiamo atto che il premier Renzi ha fatto passi avanti col Jobs Act”, si spiega nel rapporto di S&P, in cui però si esprime un certo scetticismo: “Non crediamo che le misure previste creeranno occupazione nel breve termine”. E i “decreti attuativi” della riforma – si aggiunge – potrebbero “essere ammorbiditi”, e ciò “potrebbe accadere alla luce di una opposizione crescente”.
Nessun commento ufficiale per ora dal governo e dal premier Renzi. Ma il suo portavoce, Filippo Sensi, su Twitter ha postato alcune frasi del report di Standard & Poors con lhashtag #oltreititoli.
Non mancano però critiche al governo dopo la decisione di Standard & Poor’s. E arrivano sia da destra, come nel caso del capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta, sia dall’interno del Partito Democratico, come nel caso di Francesco Boccia: “@sole24ore #Rating S&P BBB- impone valutazione comune sul futuro. Non sottovalutiamo ragioni declassamento. #aiutiamogovernorenzi”.