Roma. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha delegato il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, a esercitare i poteri di accesso e di accertamento nei confronti del Comune di Roma a seguitodell’inchiesta su Mafia Capitale.
“Non si tratta – ha spiegato il prefetto – di un commissariamento ma di funzionari da me delegati che accederanno ad alcuni atti del Comune e dei municipi. Il sindaco ha offerto grande collaborazione e quindi mi auguro che questo lavoro possa iniziare già nei prossimi giorni”.
Pecoraro ha già incontrato in giornata il sindaco Marino. “Auspico fortemente che l’azione del prefetto sia la più incisiva possibile in modo che se ci sono altre persone che devono andare in prigione ci vengano portate al più presto” ha poi commentato il primo cittadino.
Intanto, hanno respinto le accuse, negando di far parte del sodalizio criminoso che ruoterebbe attorno alla figura dell’ex estremista nero Massimo Carminati, quattro indagati finiti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta su Mafia Capitale.
Si tratta della dipendente comunale Emanuela Salvatori, accusata di corruzione aggravata, di Rossana Calistri, direttore della fondazione “Integra Azione” (indagata per rivelazione di segreto e turbativa d’asta), di Patrizia Caracuzzi, segretaria personale dell’ex amministratore delegato di Ama Franco Panzironi (sotto inchiesta per corruzione) e di Franco Cancelli, responsabile della cooperativa Edera (turbativa d’asta).Tutti e quattro si sono difesi davanti al gip Flavia Costantini durante l’interrogatorio di garanzia.
Lavvocato di Massimo Carminati, Giosuè Bruno Naso, dice: “Carminati è tutto tranne che un mafioso. Non esiste la mafia romana”. “Se andiamo a grattare – continua – dopo quattro anni di indagini, milioni e milioni spesi per pedinare, intercettare, documentare, non è che sia venuta fuori poi questa cosa ”. A proposito dellumore del suo assistito in carcere ha invece detto: “Carminati è una roccia. Mi chiede se uscirà indenne dalla faccenda? Ha un buon avvocato”.
Ladiocesi di Roma, nel frattempo,smentisce la sua presunta implicazione nell’inchiesta sulla cupola mafiosa di Roma. “Non risponde al veroche le attività svolte dalla Cooperativa ‘Domus caritatis’ e dal Consorzio ‘Casa della solidarietà’ siano riconducibili all’Ente ecclesiastico Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di San Trifone, di cui è in corso la procedura di estinzione”, si legge in una nota. “Di conseguenza il Vicariato di Roma è del tutto estraneo alle attività delle suddette cooperative sociali”.