Marò ancora in India. Gentiloni: “Dobbiamo reagire”

di Emma Zampella

 Roma.

La Corte Suprema ha emesso il verdetto: Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non torneranno a casa.

I due fucilieri non condono di un rilassamento del regime di libertà dal gennaio 2013. A distanza di quasi tre anni dall’inizio della vicenda, il presidente della Corte suprema indiana, H. L. Dattu martedì ha detto che “le indagini non si sono concluse e i capi d’accusa non sono stati presentati. Come posso concedere l’autorizzazione agli imputati? Sarebbe bene che tutti gli sforzi fossero concentrati sulla chiusura della fase istruttoria del processo”. Dattu ha quindi chiesto “il rispetto del sistema legale indiano, perché se concedessi questo ai due richiedenti, dovrei farlo per tutti gli imputati indiani”. E poi ha concluso che “anche le vittime hanno i loro diritti”.Una situazione che resta ancora molto tesa dal momento che il governo italiano ha deciso di richiamare l’ambasciatore in India, Daniele Mancini, per consultazioni.

Anche se “non si tratta di rottura delle relazioni diplomatiche”, ha spiegato Paolo Gentiloni, l’Italia“si riserva tutti i passi necessari” nei confronti delle autorità indiane.Una situazione destabilizzante per le autorità italiane, date anche le condizioni, non positive, di salute di Latorre . La salute di Massimiliano Latorre “è una priorità per il governo che non farà nulla che possa mettere “a rischio le sue condizioni”, ha aggiunto il ministro della Difesa Roberta Pinotti. Quello del governo, ha detto, è “un impegno fermo” per il quale si stanno considerando diverse opzioni a disposizione in Italia.

“Abbiamo l’obbligo di reagire e mi auguro che la reazione sia ferma e unitaria- continua ancora il ministro Gentiloni – Oggi per essere forti abbiamo bisogno di mostrare decisione e fermezza e unità all’esterno. Di fronte ad un atteggiamento così grave ci riserviamo tutti i passi necessari a partire dall’urgente richiamo per consultazioni dell’ambasciatore italiano a Nuova Delhi” anche se “non si tratta di rottura delle relazioni diplomatiche. Non c’è dubbio che tra le ulteriori decisioni su cui dobbiamo ragionare non possiamo affatto escludere il pratico avvio dell’arbitrato internazionale e dobbiamo sapere che questa ipotesi è molto chiaramente sul tavolo”.

“Cerco di seguire quotidianamente la vicenda dei marò e conosco perfettamente la situazione medica e le condizioni di Massimiliano Latorre”- afferma invece il ministro Pinotti – per questo dico che non sono condizioni che possono consentire una partenza dall’Italia. Siamo non solo delusi ma anche irritati. Le istanze erano di carattere puramente umanitario. Ci aspettavamo un risultato. La posizione di Girone, ancora trattenuto in India, è quella che in questo momento in cima ai nostri pensieri . Il governo prenderà tutte le misure per rimediare a questa situazione. Il recupero di Latorre in Italia prosegue, e il governo farà di tutto per non mettere a rischio questa situazione. Auspico che in questo momento difficile per i nostri due fucilieri si dia una risposta forte e unitaria”.

Poi il Ministro degli esteri dichiara circa le condizioni di salute di Latorre che deve essere curato qui in Italia, “ ce lo stanno dicendo i medici e non vedo quindi come possa tornare in India”, ha sostenuto .La decisione dei magistrati è “incomprensibile dal punto di vista umanitario e l’Italia non può che reagire”. In Parlamento oggi il premier Matteo Renzi farà il punto insieme alla Pinotti e al ministro degli Esteri, Gentiloni, che ha parlato di “irritazione del governo”.

Fra i primi a intervenire, il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, si è detto “fortemente contrariato dalle notizie circa gli ultimi negativi sviluppi della vicenda”. E in serata è arrivata anche una dura nota dell’alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini: la decisione della Corte Suprema indiana – si legge – “delude le aspettative per la soluzione mutualmente concordata e da lungo tempo attesa” e “può incidere sulle relazioni Ue-India e sulla lotta globale contro la pirateria in cui l’Ue è fortemente impegnata”. Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) ha accusato martedì il governo Renzi di “farsi deridere dall’India mentre Onu, Ue e Nato fanno finta di niente. Un giorno nero per l’Italia, questa è la prova di quali siano i termini del famoso dialogo costruttivo e rispettoso con l’India perseguito dai governi Monti, Letta e Renzi”.

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