Giovedì i funerali di Loris, papà Davide: “Era il cocco di mamma”

di Emma Zampella

 Ragusa. È stato il padre del piccolo Loris, Davide Stival, a chiedere che nel giorno dei funerali non siano presente le telecamere dei giornalisti.

Una voglia, una necessità di vivere il dolore in maniera intima, personale. L’intera cittadina si prepara a dare l’ultimo saluto al bambino, ucciso lo scorso 29 novembre: le esequie si svolgeranno giovedì, alle 15:00, nella chiesa di San Giovanni Battista a Santa Croce Camerina. La richiesta di papà David è pervenuta attraverso la nota diffusa dal legale: “Vorrei che ai funerali di mio figlio le telecamere non ci fossero, vorrei non essere ripreso mentre piango per lui. Il mio assistito – dice ancora legale della famiglia Stival, Scrofani – capisce il rumore mediaticoattorno a questo caso,ma è davvero stancodelle incursioni dei media”. Nei giorni scorsi Stival, per sfuggire ad una troupe televisiva che lo voleva intervistare, è caduto e si è rotto un braccio”.

Una lettera è arrivata anche dalla madre Veronica Panarello, dal carcere di piazza Lanza a Catania dov’è detenuta: “ Caro Davide, sono amareggiata profondamente dal comportamento che hai avuto nei miei confronti. Come puoi credere che io abbia potuto uccidere nostro figlio. Tu sai che mamma sono stata io – continua la donna rivolta al marito- e quale affetto abbia avuto per i nostri bambini. È un’atroce sofferenza la morte di Loris, così come atroce sofferenza è la mia carcerazione. Mi sento sola e abbandonata da tutti”. Ma intanto le indagini proseguono e si susseguono le ipotesi che nell’omicidio del piccolo la madre possa aver avuto un complice. La donna, accusata di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere, è l’unica imputata al momento. Mentre lei continua a gridare la propria innocenzaper il primo giudice che ha esaminato le carte dell’inchiesta la donna ha messo in atto “un’azione efferata, rivelatrice di un’indole malvagia e priva del più elementare senso d’umana pietà”. Sempre alla ricerca del complice, il procuratore Carmelo Petralia dice: “Le indagini continuano – e ipotizzatre scenari possibili del delitto – La primaipotesi è quella che vede la mamma responsabile del delitto e della fase di occultamento del cadavere;la secondavede la figura di un complice nella fase di occultamento del cadavere;nella terzaci potrebbe essere stata una cooperazione anche nel delitto. Queste ipotesi – continua il magistrato – non sono alternative, ma complementari”.

Dichiarazioni che confondono, feriscono e mandano in confusione in marito di Veronica, tanto che il legale, racconta così la sua condizione psicologica al momento: “Lo stato del mio assistito è quello di un uomo che non riesce a credere a quel che vede. Da un lato ci sono le immagini che lui ha visionato e che inchiodano la moglie, dall’altro ci sono i dieci anni di convivenza con Veronica Panarello durante i quali, a suo dire,non c’è mai stato un qualche comportamento ambiguoche potesse far pensare o solamente immaginare che la moglie potesse essere capace di un gesto simile”. E da un’intervista si legge l’incredulità di papà Davide:”Perché Loris noi due l’abbiamo voluto con tutte le nostre forze, non è vero che nacque per caso, anzi decidemmo di metterlo al mondo proprio per andare a vivere insieme definitivamente e poiché lei era minorenne, all’epoca, andammo perfino davanti al giudice dei minori, a Catania, a cercare la garanzia che poi non ce lo togliessero, che non venisse affidato ai nonni, ma restasse con noi. E l’ottenemmo”.

Ad aggravare ancor di più il tutto sono poi le motivazioni che gli inquirenti hanno ipotizzato alla base del folle gesto. “Il movente del delitto del piccolo Loris è quello che è stato consacrato nella ordinanza di custodia cautelare e va ricercato in un profondo stato di disagio psicologico della signora Veronica Panarello, disagio che risale ad epoche lontane e che però ha avuto esplicazioni anche in epoche recenti”, afferma il procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia che coordina le indagini sull’omicidio di Santa Croce Camerina. Il magistrato, riguardo alle intercettazioni in cui i familiari affermano che Veronica non avrebbe potuto fare tutto da sola, aggiunge: “I familiari dicono questo e noi stiamo lavorando a prescindere dal fatto che loro lo dicano. Ciò rientra nel compendio delle attività investigative che abbiamo programmato”.

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