“Terra di Lavoro”: Fusco contro ricapitalizzazione

di Redazione

Guardie GiurateMADDALONI. A rischio le paghe dei dipendenti della cooperativa Terra di Lavoro, a causa di un debito di dieci milioni di euro.

Ieri pomeriggio alle 17 i sindacati hanno convocato tutto il personale della cooperativa di vigilanza privata Terra di Lavoro all’hotel Serenella, a San Nicola la Strada, per discutere con loro e con gli altri rappresentanti sindacali della possibilità di una linea d’azione comune. L’obiettivo: scongiurare la ricapitalizzazione dell’azienda a danno dei dipendenti. Presenti il capo del Sindacato nazionale delle guardie giurate Marco Fusco, il responsabile provinciale dell’Ugl Antonio Mastellone, quello regionale del Fesica Confsal Andrea De Stasio e circa 70 dei 340 dipendenti della cooperativa. Fusco ha subito chiarito la posizione della sua organizzazione: “Non ci sarà nessuna ricapitalizzazione – ha dichiarato Fusco – se la ditta non darà i nomi dei responsabili dell’ammanco”.

Il responsabile del Sngg ha indicato la via del commissariamento della ditta, affermando che non ci sono i presupposti per la ricapitalizzazione: “Siamo per il commissariamento immediato dell’istituto. Stiamo valutando con un legale le modalità di approccio alla grave situazione. Si parla di ricapitalizzazione ma prendere i soldi dei soci è il modo più sbagliato di rivolgersi al problema, quando qualcun altro è responsabile degli ammanchi. Abbiamo intenzione di informare la Prefettura dello stato economico dell’azienda per sollecitare un’iniziativa”. Gli fa eco il responsabile regionale Fesica Confsal De Stasio, che ha fatto richiesta dei documenti che stanno alla base delle ultime vicende della cooperativa: “Stiamo cercando di capire come muoverci – ha affermato -, alla luce della situazione venutasi a creare a causa dell’ammanco di 10 milioni di euro. Abbiamo fatto richiesta dei documenti ma al momento non abbiamo avuto risposte”. Dopo l’annuncio della ricapitalizzazione dell’azienda che mette a rischio 13a e 14a per i dipendenti fino al 2010, i sindacati hanno tirato fuori gli artigli per salvare i vigilantes da una situazione che, chiariscono, era stata segnalata già diverso tempo fa. In settimana Matteo Tozzi, della segreteria provinciale del Filams Cgil di Caserta, è intervenuto sulla vicenda con parole infuocate. “Il 13 settembre – ha affermato – durante la riunione dei soci e del consiglio direttivo, sono state confermate le preoccupazioni espresse da Domenico Zahora”.

Quanto all’entità del danno che questa crisi potrebbe arrecare ai dipendenti, Tozzi parla anche della trattenuta del 7% degli stipendi e dell’applicazione del contratto nazionale di lavoro solo a partire dal 2011. Quanto agli anni successivi al 2010: “Vogliono chiudere i settori caveau e blindato. Questi rappresentano il cuore della vigilanza, sopprimerli significherebbe compromettere ogni automatismo. Le banche non prenderebbero nemmeno l’agente all’esterno, c’è grossa preoccupazione. Restiamo in attesa di essere convocati per essere informati sui motivi di questo aggravio a carico della società”. E’ partito all’attacco anche il Cosnil con Luigi Alcamo. Il Cosnil ha infatti avanzato la richiesta di dati e documentazione al presidente della ditta, relativi al numero di dirigenti e funzionari e dei consulenti, oltre alle copie dei bilanci e le delibere del consiglio di amministrazione, copia del piano di risanamento predisposto nel 2008, con copia della delibera del 13 ottobre del 2007.

dal Corriere di Caserta, 29.09.08

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