MADDALONI. 2 anni fa, il 20 dicembre del 2006, è morto dopo una straordinaria lotta per laffermazione delle volontà sulle scelte di fine vita Piergiorgio Welby.
Da militante radicale e co-Presidente dellAssociazione Luca Coscioni ha lottato per 88 giorni contro gli integralismi del mondo politico e clericale che volevano imporgli trattamenti medici contro la sua volontà. La lotta di Welby – così come la vicenda di Eluana Englaro ha aperto la strada alla discussione sul testamento biologico, ma oggi il Parlamento è di nuovo arenato per veti provenienti ancora una volta dalle sponde dOltretevere.
“Anche a Maddaloni possiamo ricordare Welby, semplicemente lottando affinché anche nella nostra città si costituisca un Registro dei Testamenti biologici, affidata ad una fondazione o associazione volontaria o privata”. Così ci dice Domenico Letizia del Movimento Libertario che invita tutti i concittadini a scrivere il proprio testamento biologico prima che venga abolita anche questa forma di libertà individuale. Come? Con la Carta di Vita: documento che viene chiamato ancheTestamento di Vita o Dichiarazioni Anticipate di Volontà, che permette, a chi si trovi in condizioni di intendere e di volere, di disporre per quando non lo sarà più: di decidere quali trattamenti sanitari in futuro vorrà accettare o rifiutare, qualora non fosse più in grado di comunicare direttamente la propria volontà. Si tratta, dunque, della applicazione concreta, attraverso un documento dotato di forza giuridica, dei principi del consenso informato e dellautodeterminazione del paziente. Letizia ricorda che per il momento e grazie alle battaglie dellassociazione Luca Coscioni, aspettando la legge, ci si può affidare ad un notaio o rivolgersi proprio ad associazioni come la Coscioni, prendere carta e penna e copiare (come ha fatto ad esempio Federico Orlando del quotidiano del Pd) il modulo (esempio) della Fondazione Veronesi: «In caso di malattia o lesione traumatica cerebrale irreversibile e invalidante, o di malattia che mi costringa a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che mi impediscano una normale vita di relazione, chiedo di non essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico o di sostegno». Poi ha nominato un fiduciario per far rispettare le sue volontà. Ha firmato, ha consegnato una copia al notaio.
“Ora, – afferma Letizia – anche noi a Maddaloni, e questo è un invito che faccio a tutti gli amanti e protettori delle libertà individuali, chiedo di muoverci, anzi prima di diffondere un po di libertà nella libera scelta di governare sui nostri corpi, o affidare questo compito a chi ci fidiamo, il giorno sperando che non avvenga mai che non saremo più proprietari delle nostre vite”.