Scalera: “Il popolo maddalonese è stanco dei giochi di potere”

di Redazione

Carlo ScaleraMADDALONI. Il declino delle ideologie, la crisi di sovranità dello Stato e l’inerzia del sistema del Partito Democratico sono le cause principali di questa crisi, di cui l’aspetto più importante è il populismo.

In questa fase l’attenzione di molti tra consiglieri comunali politologi e commentatori sembra focalizzarsi sull’antipolitica e sul suo crescente appeal. C’è chi la vede come un rischio imminente e chi invece – ed è la maggioranza – la percepisce già nella realtà vissuta in questi nostri tempi. Del resto, questo argomento non è nuovo al dibattito locale nel quale l’antipolitica è stata denunciata.

Antipolitica o populismo, i fenomeni di ‘degenerazione’ o ‘snaturamento’ della politica si sono evidenziati con forza nel periodo post-tangentopoli con l’ascesa della Lega Nord di Umberto Bossi prima e poi con la discesa in campo di Silvio Berlusconi nel ’94. Quindi per evitare semplificazioni che rischiano di conseguire sottovalutazioni mistificatrici o agitazioni fantasmagoriche, è utile chiarire questo concetto e il suo esplicitarsi.

Se l’antipolitica si caratterizza con la sua natura ‘anti’ cioè se l’antipolitica nel suo significato letterale rinvia a ‘l’essere contro la Politica’, va anche detto che ciò non basta per spiegare un fenomeno che oggi investe la politica e che può avere implicazioni diverse. La politica ci ha abituati invero a sorprenderci in molte occasioni perché si possa dire che ormai non c’è più nulla da fare e che la crisi è irreversibile.

Certo è che con il passare del tempo i problemi si aggrovigliano ancora di più invece che districarsi, tanto che c’è chi comincia a prefigurare scenari successivi alla conclusione di questa Amministrazione, alla quale non viene concessa una vita lunga. Se non è crisi definitiva poco ci manca. Nell’arco, al massimo, di pochi giorni si dovrebbe sapere se questa rabberciata maggioranza del Pd al comune di Maddaloni proseguirà nella legislatura, oppure se il sindaco, constatato che non ci sono più i numeri per andare avanti, deciderà di mandare tutti a casa.

Dal nostro punto di vista è il momento peggiore per avere una crisi. La crisi e lo scioglimento del Comune potrebberallentare ulteriormente la crescita della città di Maddaloni. ‘Azzerare punto e capo’, ma ripartire da cosa? Il Partito Democratico, maggiore responsabile di questa crisi, lascia alle proprie spalle un cumulo di macerie difficilmente rimovibili per poter ricominciare come se nulla fosse stato,questa crisi politica -il terremoto che ha sconquassato i palazzi segna decisamente la crisi del sistema partito Pd che con tutte le sue incongruenze e le sue profonde contraddizioni ha messo in crisi il ‘sistema’ Maddaloni (creato da Franco Lombardi). Oggi c’è una classe dirigente del tutto inadeguata ad affrontare le sfide che questa città impone e ne è la prova evidente la profonda crisi che ha scosso il mondo cittadino.

I giochi di potere, all’interno del Partito democratico, sono naturalmente sfociati con le dimissioni del suo segretario che ha abbandonato la poltrona diventata troppo bollente e ha lasciato il ‘nostro’ Sindaco nel guado, nel marasma stagnante della politica del maggiore partito. Naturalmente questi politici dovrannopresentarsi decontaminati dalle scorie delle numerose crisi piovute addosso, convinti che il tempo della fine legislatura giocherà a loro favore. Fuori dal palazzo c’è una città assetata di cambiamento, di lavoro e infrastrutture, di giovani desiderosi di voltare pagina, vivere e lavorare nella propria terra. Tutto ciò non entrerà nelle stanze della direzione centrale del Pd, dove come al solito si discuterà soltanto di poltrone, la spartizione becera di una politica cieca e senza futuro.

‘Il Partito democratico’ o il suo nocchiere sta tentando di far passare questa crisi in sordina, silenziosa, per non scuotere le ‘menti eccelse’ di quanti attorno a un tavolo vogliono decidere ancora una volta il futuro del nostro comune. Ma con questa classe politica non c’è futuro. Crediamo che il popolo maddalonese sia stanco di questi giochi e voglia decidere per un cambiamento radicale.

Sicuramente un nuovo governo di fine legislatura, con un programma già sottoscritto da tutte le forze politiche, che hanno portato alla vittoria il sindaco Michele Farina, sarà in grado di poter trovare una cura efficace per poter essere pronto, di fronte all’elettorato e siamo altrettanto convinti, se si continua di questo passo, che si prolungherà soltanto l’agonia e la cosa grave è che a pagarne le conseguenze potrebbe essere l’intera comunitàmaddalonese che dovrà subire scelte politiche sbagliate e inconsistenti.

Si sa che la natura ha orrore del vuoto. E ciò vale anche per la politica. Questo mi pare il punto di partenza per ogni considerazione sull’antipolitica e la sua forma più incisiva nelle società contemporanee che è il populismo. Il declino della ideologia comunista, la crisi di sovranità dello Stato e infine l’inerzia del sistema del Partito Democratico sono le cause principali della crisi della Politica a Maddaloni. Nell’età matura della società moderna basata su regimi democratici forse il populismo resta la forma più concreta di politica antipartitica. Si rammenta che il concetto di populismo nacque contro l’aristocrazia tradizionale e si batteva per un sempre maggiore allargamento, anche delle ideologie politiche diverse, in estensione e in profondità della democrazia. All’origine i populisti ritenevano che la sovranità del popolo fosse confiscata e che la democrazia sia stata soffocata dall’opprimente potere degli interessi finanziari, degli uomini politici corrotti e via dicendo.

Carlo Scalera, portavoce Verdi Maddaloni – oggi Sinistra e Libertà

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