Vandali danno fuoco al Centro Sociale “28 Dicembre”

di Redazione

 MADDALONI. Nella notte tra martedì 8 e mercoledì 9 giugno il Centro sociale “28 Dicembre” di Maddaloni ha subito l’ennesimo episodio di vandalismo ad opera di ignoti.

Da mesi ormai il centro sociale è bersaglio di tentativi di scasso, incendi al portone d’entrata, furto di attrezzature e devastazione dei locali interni, fino ad arrivare all’episodio della scorsa notte durante cui è stato dato fuoco a gran parte dei locali. La situazione è diventata ormai insostenibile.

“Il CSA 28 Dicembre – affermano dal sodalizio – è una realtà presente da più di tre anni sul territorio maddalonese, è nata dalla volontà giovani che come noi,stanchi di essere soggetti passivi in una terra difficile come la nostra, hanno cercato nell’autogestione e nell’impegno individuale e collettivo la voglia di essere protagonisti della vita politica e sociale del proprio paese. In questi tre anni nel centro si sono succedute numerose iniziative culturali, artistiche, musicali, momenti di discussione attiva e di partecipazione. I locali che oggi sono stati anneriti e devastati dalle fiamme hanno nel tempo ospitato numerose associazioni e realtà del territorio con le quali noi ragazzi del CSA28 Dicembre abbiamo costruito iniziative di lotta al disagio, di sensibilizzazione e di socialità. Il cortile che oggi è coperto dalle ceneri dell’incendio dell’altra notte, è stato il luogo di numerosi pomeriggi di sole in cui i bambini del quartiere hanno giocato lontano dalle logiche violente della strada ed è stato lo scenario nel quale hanno finalmente trovato luogo per esprimersi i talenti artistici del territorio senza versare un euro ed in completa libertà. Le stanze che con tanta fatica abbiamo rimesso a nuovo dopo che erano state lasciate al degrado dalle istituzioni, hanno ospitato lo sportello di lotta per il diritto alla casa nel quale decine di persone hanno trovato assistenza gratuita per le loro problematiche. Tutto cìò l’abbiamo fatto in modo volontaristico, senza fini di lucro, con tanti sacrifici e con la sincera e genuina voglia di cercare di cambiare in meglio la terra in cui viviamo, cercando al contempo di migliorare noi stessi accettando la difficile sfida dell’autogestione in un epoca in cui l’individualismo aliena ogni forma di sana socialità”.

“Non sempre siamo stati all’altezza della sfida, – continuano dal Centro – siamo andati sempre avanti credendo fortemente che lungo il cammino avremmo potuto imparare sempre dai nostri sbagli per non far morire la voglia di reagire che ci vede ancora in piedi e a testa alta affrontare l’ennesima difficoltà. Riteniamo che questi attacchi al centro siano un sintomo del crescente disagio e abbrutimento sociale che imperversa nelle nostre strade, della cultura della violenza fine a se stessa che trova radici e nutrimento per dilagare in un sistema politico ed economico che fa dell’esclusione sociale una condizione necessaria per la sua stessa sopravvivenza”.

“Fenomeni come queste ingiustificate esplosioni di violenza sono la punta di un iceberg fatto di indifferenza, di politiche escludenti e soprattutto della mancanza di una vera alternativa alla cultura della prevaricazione e della prepotenza. Una terra che non offre la possibilità di esprimere le proprie potenzialità, che non offre l’occasione di poter crescere, che non dà luoghi e mezzi per creare momenti di sana socialità e condivisione,che è abbandonata a se stessa e chiude gli occhi dinanzi ai suoi mali è una terra che verrà distrutta dalla rabbia dei suoi stessi figli cresciuti con l’odio verso essa. Ed è per questo che crediamo che richiamare l’attenzione sugli atti vandalici subiti al centro sociale 28 dicembre non solo sia necessario per rendere giustizia a chi in questo luogo ha lottato e continua a lottare per offrire un’alternativa all’omologazione e alla strada, ma sia l’occasione per iniziare a puntare seriamente i riflettori sull’enorme sacca di disagio sociale che a Maddaloni, come in tanti altri territori, trova le responsabilità nel modo evidentemente sbagliato delle amministrazioni di aver affrontato il problema finora (o convenientemente di non averlo affrontato affatto)e nell’indifferenza di chi pensa che sia inutile lottare per nuovi e migliori orizzonti possibili. Pensiamo che la risposta ai fenomeni generati dal disagio sociale non siano né la repressione né tantomeno le politiche di mero assistenzialismo, ma siano soprattutto la creazione di una rete funzionante di servizi educativi, economici, lavorativi, sociali, culturali e soprattutto partecipativi che offrano la possibilità di intervenire alla radice del problema per costruire un futuro migliore per le generazioni presenti e per quelle che erediteranno i nostri sforzi”.

“Noi, con le attività svolte nel Centro Sociale 28 Dicembre ,abbiamo cercato in questi anni di inserire qualche piccolo granello di sabbia nell’ingranaggio ben oleato che ha fatto avanzare sempre di più il degrado e l’ingiustizia sociale nel nostro territorio dinanzi al quale troppi chiudono gli occhi. Il nostro lavoro,con tutti i limiti e le imperfezioni, abbiamo sempre cercato di condividerlo con quante più realtà e singoli possibili, perchè siamo stati sempre convinti che uno spazio autogestito debba essere aperto e attraversato dalla città per essere realmente un soggetto di trasformazione sociale. Ed è a quei singoli e a quelle realtà, oltre che alle nuove che vorranno, chiediamo di sottoscrivere questo appello di solidarietà per il Centro Sociale 28 Dicembre perché esso possa continuare ad essere punto di riferimento per la cittadinanza e possa continuare ad essere un laboratorio di convivenza e partecipazione. Il Centro Sociale 28 Dicembre deve e vuole continuare ad esistere, come è necessario che debbano esistere ed essere incoraggiate tutte le realtà che contribuiscono alla crescita dei territori e alla moltiplicazione e diffusione della cultura della lotta per i diritti sociali e civili”.

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