Cioffi: “Tricolore simbolo della Patria, non di una squadra di calcio”

di Redazione

 MADDALONI. Proprio in questi giorni ci raccontavamo dell’evento del campionato europeo concluso il 1 luglio di quest’anno, dove ha visto l’Italia al secondo posto, e proprio dopo che si focalizzava sull’evento alzavamo gli occhi al cielo e vedevamo le bandiere ancora in strada.

Non si tratta di un’ingerenza del Comune nei confronti dei cittadini in quanto è stato proprio l’evento a trascurare la cura del paese. Nella Costituzione Repubblicana del 1947, all’articolo 12 si legge: ”la Bandiera della Repubblica italiana è il tricolore: verde, bianco e rosso a tre bande verticali di eguale dimensione”, inoltre, il DPR ha stabilito che la bandiera deve avere delle specifiche tonalità di colore: verde, come il colore delle nostre pianure; bianco, come la neve delle nostre cime; rosso, come il sangue dei Caduti. Ma a cosa serve specificare e curare l’aspetto della Bandiera se essa è poco considerata e valutata? Volendo fare un giro panoramico ci si rende conto come questo importante e intoccabile simbolo sia completamente, o quasi, poco considerato. Cosa si vede penzolante ad un filo sulle strade di Maddaloni? Si vedono degli straccetti di tre colori. Un colore sbiadito difficilmente distinguibile, bandiere consumate e logorate dal tempo e dalle intemperie.

Ciò che però desta maggior stupore è la scarsa disponibilità nel rimuoverle, o a rinunciare alla manutenzione del Tricolore. Proprio sfruttando questo momento di festa, sarebbe stato opportuno dare una scadenza alla Bandiera così da poterla sostituire a frequenza costante e cercare di tener alti quei Valori ad essa attribuiti, un rinnovo che avvenga in modo automatico senza doverlo fare rientrare negli eventi.

L’allora Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi aveva voluto rendere onore alla Bandiera italiana coniando la Festa della Bandiera, la cui ricorrenza è il 7 Gennaio, un modo questo anche per sollevare e far sentire più forte il valor di Patria. In quel giorno vengono ricordate le battaglie fatte per tener alto il nome della Bandiera italiana e le vite spezzate delle persone che hanno creduto in Lei. Tutto questo dovrebbe essere ricordato quotidianamente, e come se non issando in maniera degna ed orgogliosa una “vera” Bandiera? Non dovrebbe essere dimenticato ciò che unisce e accomuna gli abitanti dello stesso Paese. Il patriottismo senza freni ha portato gli uomini e le nazioni a tragici errori.

Nel dopoguerra il sistema educativo e il mondo culturale italiano hanno contribuito con grande fatica e scarsi risultati alla rinascita, specialmente nelle nuove generazioni, dell’idea di nazione. Ma proprio il concetto d’Italia, e con esso il Tricolore suo simbolo principale, che sembravano ormai svuotati di ogni contenuto concreto dalla crisi d’identità del dopoguerra, e ridotti a semplici rappresentazioni di una squadra di calcio, paiono oggi aver ritrovato nuova linfa vitale nel commovente confronto con la straordinaria prova di orgoglio dimostrata dagli Stati Uniti d’America subito dopo i tragici eventi dell’ 11 settembre.

Il presidente dell’associazione “Civitas è”, Alessandro Cioffi

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