Emergenza amianto, Caputo interroga la Regione

di Redazione

Nicola CaputoAVERSA. Emergenza amianto nell’agro aversano. Il consigliere regionale Nicola Caputo, con un’interrogazione all’assessore regionale all’Ambiente Walter Ganapini, ieri ha nuovamente puntato i riflettori sulla presenza del pericoloso minerale nel territorio compreso fra Caserta Sud e Napoli nord.

“Le Asl continuano a mostrare notevole lentezza nel garantire le attività di vigilanza e di controllo finalizzate all’accertamento e alla valutazione del rischio amianto, soprattutto per le situazioni di maggiore criticità”, ha commentato Caputo, sottolineando “l’inerzia da parte dei soggetti cui compete l’obbligo di bonifica e da parte dell’amministrazione pubblica nel completamento del censimento, nell’istituzione dell’anagrafe dei siti contaminati e nell’attuazione del piano regionale di bonifica”. Il consigliere, elencando diversi siti contaminati da eternit sfibrato, come l’ex stazione della linea ferroviaria Napoli- Benevento di Teverola o la discarica abusiva in località Popone, situata fra Casaluce e Frignano, ha chiesto in che tempi il nuovo assessore intenda effettivamente attuare il piano regionale amianto e se siano state programmate misure urgenti per la bonifica dei siti inquinati. “Sarebbe opportuno prevedere anche delle forme di sostegno per i Comuni che intendano attuare progetti in favore di privati per lo smaltimento di materiali strutturali contenenti amianto”, ha osservato Caputo, che ha anche chiesto se si sia effettivamente provveduto a realizzare una dettagliata mappatura dei siti contaminati ed alla costituzione dell’anagrafe delle aziende che utilizzavano l’amianto. E ancora. “L’unità operativa regionale amianto – ha chiesto Caputo – ha avviato la propria attività ed è stata ricostituita garantendo una composizione interdisciplinare e di alta professionalità così come rappresentato dal precedente assessore al ramo?”. Non esaustiva la risposta della giunta, che ha indicato come responsabile dei procedimenti per la caratterizzazione dei siti contaminati, innanzitutto l’Arpac. “E’ da due anni che l’Arpac è stata incaricata della mappatura dei siti – ha replicato Caputo – ma siamo sempre allo stato di partenza, con periferie sempre più degradate e salute sempre più a rischio”.

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