CAPODRISE. Una “lectio magistralis” su Aldo Moro. Ogni altra formula apparirebbe riduttiva per definire l’intervento conclusivo di Piero Squeglia al convegno “Aldo Moro e la democrazia interrotta”, …
… tenutosi, sabato sera, presso il Centro Studi “Alcide De Gasperi” di Capodrise e organizzato dai Popolari Democratici di Grazia Giaquinto. Un tale coinvolgimento, un tale interesse, hanno suscitato le parole del professore Squeglia, che il presidente del centro studi Salvatore Liquori, sugli applausi finali, ha promesso che la relazione farà parte di un’imminente pubblicazione a cura del “De Gasperi”. In appena novanta minuti, Squeglia ha ripercorso, attraverso la figura dello statista pugliese, i primi trent’anni della storia repubblicana italiana. L’impegno nella costituente, i primi incarichi politici e di Stato, i governi del centrosinistra, la crisi economica e politica degli anni Settanta, la “solidarietà nazionale” e la teorizzazione della “terza fase”. “Da vero uomo delle Istituzione ha più volte ricordato Squeglia riuscì a mettere da parte gli interessi della suo partito per preoccuparsi del futuro del Paese. È questa la grande lezione di Moro”. Non sono mancati, nel viaggio ideale tracciato da Squeglia, le bordate all’oligarchia clericale. “Sono un cattolico convinto ha precisato , ma ringrazio Dio che nella Chiesa non ci sono solo i preti”. Squeglia ha, infine, lanciato un ammonimento al Partito Democratico, che ha strumentalizzato, a suo papere, il pensiero di Moro. “Non sappiano ha detto Squeglia cosa sarebbe successo alla politica italiana, se Moro non fosse stato ucciso dalle brigate rosse. Ma una cosa è certa: non starebbe nel Partito Democratico”. Prima di Squeglia, sono intervenuti Salvatore Liquori per il saputo inaugurale, Grazia Giaquinto e il sindaco Giuseppe Fattopace: “Sono sempre felice ha affermato di partecipare alle manifestazioni dei Popolari Democratici”. Dopo il convegno, vi è stato il rituale scambio di auguri, cui è seguito un buffet.