PORTICO. Memorie sulla Shoah, allIstituto Giovanni Bosco martedì 10 febbraio, alle ore 10.
Il rinomato istituto, presieduto dal professor Salvatore Falco, ha organizzato per lanno in corso un convegno dibattito sulloscuro momento storico invitando, una prestigiosa testimone, Alberta Levi Temin, contesa negli ambienti del mondo accademico. In termini di ricordo si parla di Shoah, che in lingua ebraica vale calamità, e non di olocausto, termine che pesa come un macigno per il popolo stesso, letteralmente distruzione completa, in quanto il popolo ebraico si è salvato dal quel progetto criminale: da quello che è un flagello per le coscienze dellumanità intera. Alberta Levi una signora di oltre ottanta anni ben tenuti, ebrea-italiana, pur essendo stata risparmiata dallorrore dei campi di concentramento, ha vissuto sulla propria pelle le leggi razziali e lo sterminio di buona parte della famiglia, tra cui lo scrittore Primo Levi di cui è erede. Primo, nato nel 1919, lui stesso detenuto in un campo di sterminio, in un noto brano di Se questo è un uomo, esortava a sopravvive alla terribile esperienza dei lager per poter portare testimonianza e racconto: lunica possibilità per opporsi a tanto orrore. Per molti anni Alberta aveva taciuto la sua esperienza, e non aveva voluto parlarne nemmeno ai suoi stessi figli, poi, ha deciso che era il momento di far sentire la propria voce alle nuove generazioni per portare la testimonianza dei sette anni più bui della giovinezza vissuti tra Ferrara e Roma tra il 1938 e il 1945. Qualcuno ha detto, riferendosi alla Shoah, che non era vero niente, che non era successo niente ha commentato la signora Levi – allora ho capito che dovevo raccontare, testimoniare come dice Primo Levi, che avevo il dovere di far conoscere alle nuove generazioni quello che avevamo vissuto sulla nostra pelle. Ed ecco che ho accettato di essere anche con i ragazzi dellistituto Bosco di Portico. Alberta Levi Temin oggi è rappresentante della Comunità ebraica di Napoli.