Operazione ‘Giudizio finale’, Gdf sequestra società al Belforte

di Redazione

 MARCIANISE. A seguito dell’operazione portata a termine in data 28 maggio coordinata dalla Dda di Napoli, nell’ambito della quale furono eseguite ordinanze di custodia cautelare e sequestro nei confronti di appartenenti al clan Belforte,…

…indagati per associazione per delinquere di stampo camorristico, traffico illecito organizzato di rifiuti e truffa aggravata ai danni di Ente Pubblico, riciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita, estorsione, reati tutti aggravati dalla finalità dell’agevolazione mafiosa, la Compagnia della Guardia di Finanza di Marcianise, in data 28.07.2009, ha dato esecuzione al provvedimento di sequestro per equivalente emesso dal Tribunale di Napoli, su richiesta della citata D.D.A., nei riguardi degli indagati Buttone Giuseppe, Di Giovanni Pasquale, De Filippo Agostino, Delle Curti Mauro, Golino Marisa e Scialdone Antonio. L’attività posta in essere dalle Fiamme Gialle rappresenta un vero e proprio traguardo investigativo, in quanto è la prima volta che si dimostra giudiziariamente la gestione diretta da parte della camorra di società operanti nel settore dei rifiuti, attraverso le quali il sodalizio criminoso provvedeva al riciclaggio dei capitali nello specifico comparto e, nel caso di specie, anche ad ottenere commesse pubbliche, che rappresentano il prezzo ed il profitto dell’illecita attività, oggetto di sequestro per equivalente operato dalla Guardia di Finanza. L’operazione di servizio ha segnato una tappa fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata, in quanto ha dimostrato che esponenti apicali di clan camorristici – tra i quali Salvatore Belforte– da lungo tempo si sono inseriti nella gestione dei rifiuti mediante società da loro gestite: è il caso della SEM, direttamente controllata dal clan Belforte. La predetta società otteneva appalti pubblici, anche grazie alla compiacenza di pubblici funzionari, pur in assenza delle necessarie iscrizioni: è il caso degli appalti per le bonifiche degli alvei effettuate dalla Recam, dai quali è derivato un danno enorme per l’Ente pubblico e la contestazione del reato di truffa aggravata, presupposto fondamentale per l’applicazione del provvedimento eseguito dai militari delle Fiamme Gialle. Per tutti gli indagati l’ autorità giudiziaria delegante, a seguito dell’attività investigativa svolta dal personale della Guardia di Finanza di Marcianise e dai Carabinieri del Noe di Roma e di Caserta, ha disposto il provvedimento cautelare reale consistente nel sequestro di beni e somme di denaro, ritenendoli responsabili del reato di truffa ai danni di un Ente Pubblico, aggravata dalla circostanza di avere agevolato l’associazione camorristica facente capo ai fratelli Domenico e Salvatore Belforte. L’attività investigativa ha dimostrato come le organizzazioni camorristiche (nel caso di specie il clan Belforte, operante nella zona di Marcianise) controllano anche questo settore della vita imprenditoriale, mediante due diverse tecniche tra loro complementari: da un lato, con la cointeressenza e/o il controllo di imprese operanti nel suddetto settore, di modo che tali società diventano un vero e proprio braccio imprenditoriale ed economica del clan; dall’altro, con la predisposizione di una filiera di società dotate di impiantistica per le attività di recupero e smaltimento dei rifiuti. In questo contesto criminale, il clan camorristico si è dotato di impianti relativi alle varie fasi della gestione e del traffico di rifiuti (S.E.M. S.p.A., ENERTRADE S.r.l., ECOPARTENOPE S.r.l. e BIO. COM.), attraverso cui, oltre ad operare illecitamente nell’economia privata, è riuscito ad aggiudicarsi innumerevoli commesse pubbliche. Infatti, la ditta S.E.M. prima e l’ENERTRADE poi hanno smaltito illecitamente migliaia di tonnellate di fanghi e di rifiuti codificati falsamente con il CER 170904, oggetto della commessa ottenuta dalla ditta RECAM S.p.A., organismo di diritto pubblico del tutto equiparabile ad un Ente pubblico.

La truffa operata ha permesso al sodalizio criminale di percepire denaro pubblico altrimenti non dovuto, arrecando alle casse dell’Erario un danno patrimoniale stimato in quattrocentomila euro, oggetto del sequestro per equivalente operato dalla Guardia di Finanza. In particolare sono stati posti sotto sequestro una multiproprietà in Sardegna (Olbia – Portorotondo), 3 motoveicoli, 2 autoveicoli, una cassetta di sicurezza, il quinto dello stipendio di uno degli indagati e numerosi rapporti bancari (in attesa di quantificazione), fino alla concorrenza della somma di euro 400mila. Gli attuali risultati operativi si pongono quali ulteriori step investigativi delle pregresse operazioni:

– “PIZZO SUL PIZZO”, nel corso della quale, in data 20.10.2008, vennero tratti in arresto per estorsione aggravata 5 soggetti, tra i quali Giuseppe Feola, Agostino Capone e Armando Santonicola, questi ultimi elementi di spicco del clan Belforte;

– “SCACCO AL RE”, che portò, in data 02.12.2009, al fermo per indiziato di delitto Giuseppe Buttone e Pasquale Di Giovanni;

– “GIUDIZIO FINALE”, nel corso della quale sono state emesse cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere ed il sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 45 milioni di Euro.

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