MARCIANISE. I ragazzi e le ragazze delle terze e delle quarte classi del liceo Quercia di Marcianise sono stati i protagonisti di un evento culturale dallinequivocabile significato etico-civile.
In una delle sale del Cinepolis del Centro Campania di Marcianise, su iniziativa della direzione della stessa multisala e dellistituto scolastico marcianisano, fortemente voluto dal suo dirigente scolastico Diamante Marotta, nel solco dellimpegno per la promozione tra i giovani della cultura della legalità, cè stata la doppia presentazione di un libro e di un cortometraggio, con la presenza dellautore e del regista. A far gli onori di casa la direttrice del Cinepolis, Ester Piazza.
Ha coordinato i lavori lo stesso dirigente Marotta, che ha ribadito la funzione di presidio civico, oltre che di faro culturale, che il Quercia ha deciso di assumere nei confronti del territorio. Il libro è quello dello scrittore casertano Pasquale Iorio ed il titolo, Il Sud che resiste, è quanto mai significativo. Storie di uomini e di donne che in Terra di Lavoro si sacrificano per garantire un futuro a chi vive ai margini e trascina con fatica unesistenza dannata. Come la storia esemplare scritta da Don Peppe Diana, ma anche come quelle di tutti coloro, e sono tanti, che continuano a coltivare lutopia della giustizia, della pace, dellamor di popolo coltivata dal sacerdote di Casal di Principe.
Il cortometraggio è quello di Giuseppe Pizzo, regista di Orta di Atella, che con La vita accanto ha raccontato, con un linguaggio immediato, semplice e tagliente, una storia di violenza e di disperazione, ma anche di speranza e di riscatto. Lo ha fatto girando nellagro aversano con i ragazzi di Succivo e di Orta, facendoli parlare come sanno fare loro, con il loro dialetto. Proprio quelli che sembrano irrimediabilmente persi dietro le mille illegalità che ci strozzano e che, invece, sono capaci di gesti damore e di scelte coraggiose. E quello che avviene nella scena centrale del film, quando, di fronte alla prospettiva di vendicare lamico uccidendone lassassino, uno dei giovanissimi protagonisti sceglie di non sparare e di rompere lassurda spirale di violenza. Toccante è stata la scena ma molto di più lo è stato lapplauso liberatorio in sala, che ha provocato vivissima emozione nel regista, come ha poi egli stesso affermato dialogando con gli studenti.
Presenti in sala anche alcuni dei ragazzi protagonisti, Angelo Auletta, Francesco