Recale, caso Le Aquile. Isidoro: “Dal sindaco volantino di bugie”

di Redazione

Marcello IsidoroRECALE. Una città come Recale, dove le opportunità di lavoro e di crescita sono ridotte al minimo, nel momento in cui vede svanire un progetto di Servizio Civile che avrebbe potuto impegnare 20 ragazzi, è normale che vada in fermento.

Il botta e risposta fra il sindaco Americo Porfidia ed il presidente della Protezione Civile “Le Aquile” non accenna a placarsi. Marcello Isidoro commenta: “Il volantino delle bugie, fatto distribuire dal sindaco, è la prova che il primo cittadino non ha alcuna idea di cosa significhi il servizio civile ma è esperto nello stravolgere la verità. Ha sostenuto di aver boicottato il servizio civile, chiedendone la revoca, perché l’Ente non poteva ‘assumersi responsabilità’ in merito al progetto ed addirittura il sindaco si è preoccupato dell’incolumità dei volontari. Bene. Il buon padre Americo Porfidia non sa che i progetti di Servizio Civile sono coperti da un’assicurazione stipulata dal Servizio Civile Nazionale quindi tutti i volontari sarebbero stati tutelati. Inoltre l’Ente non ha alcuna responsabilità nel progetto; gli unici responsabili sono gli Olp (Operatori Locali di Progetto) che sono indicati e riconosciuti dal servizio civile e che nulla hanno a che vedere con il comune. Per il nostro progetto gli unici responsabili sono i 5 Olp riconosciuti”.

“La scusa addotta dal sindaco, – continua il presidente delle Aquile – per chiedere la revoca del progetto, non ha quindi alcun fondamento perché basata su una ‘sua preoccupazione’ inconsistente. Lui come sindaco e l’ente non c’entrano con il progetto. Mi spiace per lui ma non avrebbe mai potuto metterci mano! Ha inoltre detto di avermi contattato per ‘sanare’ la questione; i suoi metodi per ‘sanare’ le cose non sono condivisibili! Il progetto era già ‘sano’ perché le autorizzazioni c’erano in quanto le sedi scolastiche e comunali risultavano accreditate; lui stesso ha provveduto a ‘farlo ammalare’ vendicandosi nell’unico modo possibile, cioè dicendo alla Regione che non ci avrebbe più fornito le sedi. In pratica scippandoci le sedi ha fatto decadere il progetto che era stato già approvato”.

“Tornando al suo esempio – conclude Isidoro – ha provocato la malattia per poi propinarci la terapia ed apparire il salvatore della patria in modo da dovergli riconoscenza eterna. Bastava che ci lasciasse le autorizzazioni che avevamo sin dal 2004 e la città avrebbe beneficiato del progetto. Purtroppo è abituato a tenere tutto sotto controllo ed a gestire in prima persona qualsiasi cosa; l’idea di avere un’associazione che lavorasse per il bene della città senza dovergli alcuna riconoscenza gli ha turbato il sonno fino a quando non gli è balenata la favolosa idea di revocare le sedi scolastiche e comunali. Con questi mezzucci pensava forse di comprare il nostro silenzio su questioni amministrative?”.

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