Marcianise. Gli stimoli ad una maggiore e corretta fruizione del patrimonio figurativo locale e lesigenza di operare in direzione di un recupero complessivo del filone della pittura manieristica a Marcianise, …
… ci hanno portato, per la prima volta, ad avanzare lattribuzione della Deposizione di Cristo nella chiesa di Santa Maria delle Grazie (sinora senza una specifica assegnazione) al pittore Leonardo Castellano, documentato a Napoli dal 1544 al 1573. Sulla base di un riordino di nuovi e significativi elementi di confronto stilistico, e di indicazioni emerse dopo il restauro del dipinto (eseguito con sicura professionalità da Giuseppe Maietta), abbiamo potuto espletare ulteriori ricerche per la rilettura della tavola pittorica e ampliare il raggio dazione per la ricostruzione storica e filologica del suo autore, al fine di poter giungere ad una corretta indagine sulle conoscenze interpretative e valutative dellopera.
Occorre sottolineare che la mancanza di precisi riferimenti documentari sulla datazione del dipinto non è stato il solo interrogativo rimasto aperto dopo gli interventi di restauro ultimati nel 1995; vi sono stati, anche, aspetti legati alla complessità dellopera che hanno posto problemi di cronologia e di valutazione.
Le testimonianze riportate nella Platea della chiesa, redatta del 1727, ci davano dei preziosi ragguagli sulla concessione di un altare alla famiglia dei Sabaloni, allincirca nel 1482, ma non fornivano alcuna indicazione sulla paternità e sulla data di esecuzione della pittura in dotazione. Ragionevoli elementi di ordine cronologico e stilistico, oggi portano ad includere lappartenenza dellautore di questa pala al periodo centrale del Cinquecento, e più specificamente alla cerchia di Marco Cardisco (1486 c.-1542 c.) e Pietro Negroni (1503-1565).
Certo è che i caratteri stilistici della Deposizione, essendo incompatibili con lanno 1482 in questione, portano a posticipare di oltre mezzo secolo lesecuzione dellopera (probabilmente la tavola potrebbe essere stata adattata o eseguita per il preesistente incasso della nicchia muraria di forma tardo-gotica). Lo stile pittorico dellopera non può considerarsi collegabile ad alcuna cerchia di artisti attivi a Napoli sullo scorcio del Quattrocento (periodo in cui i molti fiamminghi fecero maturare unadesione al Rinascimento dispirazione nordica).
E pensabile, invece, ad allappartenenza del dipinto ad uno di quei registri espressivi portatori di forme del manierismo toscano che si andavano sempre di più diffondendo in città. Fatto innegabile è che la composizione è bene impostata secondo il linguaggio tipico delle immagini di pietà cinquecentesco. Scostandosi cronologicamente dalla dinamica costruttiva della pittura del tardo-gotico, la tavola di Marcianise denuncia caratteristiche peculiari proprie del manierismo meridionale influenzato da Polidoro Caldara da Caravaggio (1499 c.-1543).
Queste discordanze con i moduli figurativi dellultima stagione quattrocentesca confermate anche dalle osserva zioni sulle differenze dei vari stili pittorici messe in luce dal restauratore Giuseppe Maietta – ci hanno indotto ad accostarci alla produzione di un manierista il cui corpus pittorico è permeato da un certo michelangiolismo ostentato, dove le figure risultano caratterizzate dalluso di colori matericamente analoghi e da un impianto disegnativo riconoscibile. Tutta una serie di ulteriori indizi ci hanno indotto a supporre un collegamento stretto, di collaborazione se non di subordinazione, tra le botteghe del Negroni e di Leonardo Castellano, già suo allievo, nonché cognato di Giovan Filippo Criscuolo (1495-1584).
Può risultare utile evidenziare che il Castellano fu menzionato dallaretino Vasari fra i creati di Marco Cardisco. Prolifico disegnatore, lartista fu pure ricordato dal DEngenio (che lo definì singolar pittor napoletano) e dal De Dominici nelle sue monumentali Vite.
Tra i principali dipinti eseguiti dal Castellano (o a lui attribuiti), merita ricordare: Assunzione al cielo di Maria, cattedrale di Altamura (1546); SantAntonio da Padova, chiesa di S. Maria della Mercede a Monte Calvario, Napoli (1567); Compianto sul Cristo Morto, chiesa di S. Pietro ad Aram, Napoli. Appartengono ancora al registro pittorico del Castellano: Assunzione della Vergine, chiesa di S. Maria dAjello ad Afragola; Madonna col Bambino tra i Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, chiesa di San Giovanni al Girone, Mercogliano. Ed inoltre: Madonna di Loreto e Santi, chiesa di S. Maria della Consolazione, Aiello; Torchio mistico, chiesa di Gesù delle Monache, Napoli.
Prof. Arch. Salvatore Costanzo, storico dellarte