AVERSA. Alta tensione stamani nella casa comunale. I precari della Geo Eco occupano la sala dattesa del gabinetto del sindaco e spargono dellabenzina sul pavimento.
Oggetto delle rivendicazioni esasperate dei precari, addetti ai servizi del fine settimana, una stabilizzazione o, quanto meno, un inquadramento temporaneo, dopo un impiego ad intermittenza prolungatosi nel tempo e che si è tradotto per loro in un vero e proprio stillicidio.
Intervenuti sul posto prima i vigili urbani e poi gli agenti della Polizia di stato, guidati dal dirigente Antonio Sferragatta. Anche stavolta, però, per fortuna, ha avuto la meglio il dialogo e i precari, pur proseguendo nelloccupazione, hanno consegnato alle forze dellordine la bottiglia di benzina che avevano con sé.
A chiarire le istanze degli occupanti e ad esprimere la loro frustrazione è proprio uno di loro. Il consorzio ci ha sfruttato dichiara – impiegandoci da tempo in servizi di fine settimana alla bisogna ed utilizzandoci anche in assenza di contratto per far fronte alle varie emergenze. In cambio dei nostri sacrifici non ci è stato dato nulla, né in termini occupazionali, né sul piano del corretto svolgimento delle mansioni che abbiamo svolto in condizioni assurde. Ci hanno mandato a raccogliere limmondizia anche senza guanti e con mezzi di fortuna, in condizioni pietose e, ripeto, anche nei periodi in cui noi formalmente non eravamo al servizio del consorzio. Ma noi abbiamo sostenuto questo sacrificio prosegue – in vista di un possibile posto di lavoro. Oggi, dinanzi allo scioglimento del consorzio ci ritroviamo in
Insomma, una vera e propria sciagura quella della cattiva gestione del servizio di igiene urbana nellAgro, le cui responsabilità vanno ben al di là del mancato perfezionamento del ciclo integrato a livello regionale. La filastrocca del puntare il dito sul solo Bassolino sembra aver perso consistenza. Aversa, comune capofila fra quelli che partecipano al consorzio Geo Eco, ha scontato e sconta una malintesa e malsana concezione del consorzio che, se sulla carta avrebbe dovuto assicurare efficienza ed innovazione sul piano della raccolta, nella pratica si è tradotto, invece, nellennesimo immobile carrozzone servito ad appagare le clientele dei politicanti locali. Questo a dispetto, in primis, dei cittadini che, a fronte del pagamento di unelevata tassa sui rifiuti, si ritrovano con un servizio inesistente ed in secondo luogo a danno anche di chi, messo lavorare in unottica tanto improvvisata quanto emergenziale, si trova ora a fare i conti con lo spettro della disoccupazione.