Marcianise. Invano cercavo di persuadermi che le nuvole trascorrenti sopra di me fossero uguali a quelle della mia fanciullezza, che il cielo della città lontana non fosse diverso dalla cupola azzurra che mi sovrastava, che laria fosse la stessa, uguale il soffio del vento, identiche le voci degli uccelli.
Le nuvole, il cielo, laria, i venti, gli uccelli mi apparivano in realtà cose nuove e diverse, ed io mi sentivo straniero. Ha voluto iniziare così, con uno stralcio di un celebre racconto di Dino Buzzati, il suo augurio per linizio di questo nuovo anno scolastico lassessore alla Pubblica istruzione, Anna Arecchia.
Perché, – spiega – secondo una visione del tutto personale, ben rappresenta il comune senso di straniamento che coglie i ragazzi nel percorso di crescita e di passaggio alletà adulta. Si tratta di momenti lenti e molto delicati in cui ognuno di loro, presto o tardi, mette in crisi quelle che fino al momento prima sembravano granitiche certezze ed incrollabili convinzioni, per ricercare qualcosa di ignoto, quel superamento dei confini paterni, e quella conoscenza delloltre, che li spingono a muoversi per partire. Da insegnante, prima ancora che da assessore, ben conosco le difficoltà che si incontrano lungo questo cammino, necessario, però, per diventare adulti pienamente consapevoli di sé e del proprio valore. Nel percorrere un sentiero che si rivela, e si rivelerà, anche irto ed a tratti labirintico, la scuola, attraverso i suoi docenti, dirigenti ed operatori, deve saper essere esperto Virgilio, accorta e luminosa guida, capace di assecondare la libertà di sperimentare dei giovani, pur trattenendola allinterno del recinto di regole che la convivenza civile impone. Prima fra tutte, leducazione alla legalità, quale principio cardine su cui impostare la costruzione dellidentità personale e culturale dei singoli, quale motore ed obiettivo di ogni azione, quale viatico reale per la creazione di un mondo che sia quello sognato da silenziosi eroi del nostro tempo, come Beato Padre Pino Puglisi, di cui oggi, 15 settembre, ricorre lanniversario della morte. Non il rischio della vita ha mai fermato il piccolo prete palermitano che, consapevole del pericolo, ma grande nelle idee e nelle azioni, credeva fortemente che il cambiamento non dovesse essere solo desiderio della speranza, ma figlio di un operato concreto e coraggioso. Sia don Pino per noi tutti, esempio e modello di vita, monito ed aspirazione del nostro quotidiano. E questo laugurio con cui, nel salutarvi, vi lascio, miei cari ragazzi, stimati colleghi, operatori della scuola ed egregi dirigenti.