Denunciò il racket ed è sotto scorta verso il fallimento l’impresa

di Redazione

EminiAVERSA. Senza stipendio da tre mesi. Molti già licenziati lo scorso giugno. Per gli operai della Emini spa, la società di costruzioni gestita dall’imprenditore di Parete, Francesco Emini, sotto scorta dopo aver denunciato le estorsioni subite dal clan dei Casalesi, sembra proprio che non ci sia futuro.

L’impresa edile, che per anni ha registrato fatturati notevoli, ha già presentato un concordato preventivo e gradualmente sta chiudendo tutti i cantieri aperti nell’Aversano. Prima era stata la volta di rinunciare ai lavori pubblici. Poi si era cercato di salvare il salvabile portando a compimento almeno le opere private. Ma niente da fare. Non c’è stato verso. A San Marcellino, dove erano in costruzione 360 alloggi, il completamento delle case, almeno per adesso, resterà incompiuto. E dinanzi all’assenza totale di prospettive, ieri, i circa venti dipendenti impegnati nel cantiere aperto tre anni fa, hanno creato attimi di forte tensione. Il peggio è accaduto quando uno dei dipendenti, sull’orlo della disperazione per le difficoltà economiche, ha minacciato di lanciarsi da un edificio. A farlo desistere i carabinieri del comando di Trentola Ducenta che lo hanno salvatoo, raggiungendolo con una gru. Sul posto anche l’ambulanza del 118 e i vigili del fuoco, il cui intervento, per fortuna, non si è reso necessario. Dall’incontro avvenuto fra i referenti della società e la Cgil, sembra che non siano emerse condizioni di risoluzione. Bisognerà attendere per nuovi risvolti. La Emini spa è finita sotto i riflettori in tempi recenti, con l’arresto di undici persone, tutti elementi di vertice e di spicco del clan dei Casalesi, gravemente indiziate del reato di estorsione aggravato dal metodo mafioso proprio ai danni della società edile.

Il Mattino

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