“Fiume” di rifiuti in via Di Jasi, scatta la protesta

di Antonio Arduino

AVERSA. Trasformare un argine di rifiuti in una riviera di oleandri in fiore, per accompagnare gradevolmente chi arriva in città fino all’ingresso di Porta Napoli.

Era questa la proposta lanciata un anno fa da Ludovico Nappa, l’architetto che sta curando, per conto dell’amministrazione municipale, la trasformazione in luogo di incontro e relax di un’area verde abbandonata di via Luca Giordano compresa tra la parrocchia di Santa Teresa del Bambino Gesù e la scuola media. L’idea puntava a far scomparire il fiume di spazzatura che incorniciava via Vito di Iasi, la strada principale d’accesso della città, partendo da via delle Acacie a viale degli Artisti. Un pezzo di strada lungo poco più di trecento metri, abbellito da alberi disposti ordinatamente in fila sui marciapiedi da entrambi i lati che però, sul lato sinistro (per chi entra in città) dimostra di essere tutt’altro che bello. Perché quel lato che ospitava il percorso, oggi in disuso, della ferrovia Alifana, sopraelevato rispetto al piano stradale, si è trasformato in un deposito di rifiuti, lungo…trecento metri. Ovviamente la proposta di Nappa puntava a rimuovere i rifiuti per recuperare la vivibilità dell’ambiente, ma dopo un anno e passa l’idea non solo è rimasta un’idea ma si è trasformata in delusione e sfiducia nei confronti delle Istituzioni per i residenti del palazzo San Paolo che, purtroppo, affaccia proprio su quella strada.

“Abbiamo provato a segnalare all’assessore all’ambiente e igiene urbana che i rifiuti presenti su quella striscia di strada creano uno stato di disagio e di pericolo per la salute non solo per noi che, purtroppo viviamo ogni giorno questa condizione di degrado ambientale ma rappresentano una vergogna per l’intera città. Però, fino ad oggi, non siamo stati ascoltati” dicono, annunciando l’avvio di una raccolta di firme da consegnare al sindaco Ciaramella per ufficializzare la protesta.

E non solo perché sembra che con la petizione intendano chiedere anche la rimozione dell’assessore. “Sarebbe la prima cosa da fare, non per la validità o meno dall’attuale responsabile del settore, perché abbiamo chiesto anche ai predecessori di intervenire – spiega uno dei promotori dell’iniziativa – ma per lanciare un segnale chiaro della volontà dell’amministrazione di affrontare i risolvere un problema vecchio che si è incancrenito negli anni”. Già perché il problema del deposito di rifiuti sul percorso dell’ex ferrovia Alifana fu affrontato una quindicina di anni fa dall’allora onorevole Mario Gatto. Che si impegnò a trasformare in posta ciclabile quello che già all’epoca somigliava al letto di un fiume in cui l’acqua è stata sostituita dai rifiuti. Un impegno mai realizzato che potrebbe essere ripreso, magari, dal figlio dell’ex onorevole che oggi siede nei banchi del consiglio comunale. Chissà, comunque resta la delusione dei cittadini per la mancata soluzione di un problema quotidiano di vivibilità che sembrerebbe insolubile.

“Perché – dicono i promotori della protesta – ci è stato spiegato che essendo l’area di proprietà dell’ente gestore dell’ex Ferrovia Alifana il Comune non può intervenire né può farlo il consorzio ex Geo Eco, al quale spetterebbe solo il prelievo dei rifiuti depositati per strada. Una spiegazione – osservano – che fa acqua da tutte le parti perché sul percorso dell’ex Alifana, qui ad Aversa, sono state costruite case, strade e parcheggi, cosicché sembra impossibile che non si possa intervenire per ripulirne un pezzetto”. “Però – concludono – se le cose stanno davvero così a noi non resta che vivere tra i rifiuti ma l’assessore vada a casa”.

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