L’anno scolastico inizia nel segno dell’immondizia

di Nicola Rosselli

rifiuti ad AversaAVERSA. Inizio di anno scolastico tra cumuli maleodoranti di rifiuti che costringeranno genitori, alunni e addetti ai lavori a defatiganti slalom tra montagne di sacchetti che non vengono raccolti, oramai, da una decina di giorni.

Causa principale di questa ennesima fase dell’emergenza rifiuti (che nella città normanna dura da oltre tre anni e sembra non avere mai fine) lo stato di agitazione dei dipendenti della GeoEco, l’ex consorzio Ce2, che non hanno ancora ricevuto lo stipendio di agosto. Ci sono, inoltre, sempre a causa della crisi finanziaria che attanaglia il consorzio casertano, difficoltà anche nell’approvvigionamento di carburanti per i mezzi di raccolta.

Una situazione confermata anche dal sottosegretario Guido Bertolaso che ha dichiarato: “Non esiste alcun problema di assegnazione delle quote di rifiuti da destinare nelle diverse discariche che quotidianamente la Struttura del Sottosegretario attribuisce ai comuni, ma solo ed unicamente difficoltà legate al sistema della raccolta di competenza territoriale”. Di conseguenza, lo stesso Bertolaso ha incaricato il responsabile del nuovo Consorzio Unico, Stancanelli, di convocare i rappresentanti dei comuni “affinché il problema venga immediatamente risolto e si definisca, se necessario, un percorso finalizzato a garantire il passaggio della responsabilità della raccolta dei rifiuti indifferenziati ai Comuni, ferma restando la titolarità della raccolta differenziata per il Consorzio Unico e dei diversi consorzi ancora attivi”.

L’attuale situazione, intanto, sta riducendo l’intero bacino dell’ex Consorzio Ce2, che raccoglie ben 26 comuni della provincia di Caserta, tra i quali, oltre ad Aversa, Capua, Santa Maria Capua Vetere e l’intero agro aversano, in una mega discarica a cielo aperto. E proprio a causa della maggior popolazione, la situazione più grave si registra proprio nella città normanna. Il caldo asfissiante dei giorni scorsi ha accelerato il processo di decomposizione producendo un odore nauseabondo che ammorba l’atmosfera cittadina. Questi cumuli putrefatti sono, poi, stati sparpagliati in strada dalle piogge di questo fine settimana ed ora la città ha un poco invidiabile tappeto di rifiuti.

Una situazione difficile da fronteggiare, anche se dovrebbe essere risolta in tempi brevissimi. Non sono poche le voci che si sono levate per chiedere il differimento dell’apertura delle scuole, a causa dell’emergenza rifiuti, con cumuli di spazzatura che non hanno risparmiato neppure i luoghi in prossimità degli istituti.

Insomma, una città in ginocchio dove la classe politica, anziché interrogarsi sulle possibili soluzioni, si sta arrovellando il cervello sull’equilibrio da raggiungere con i posti nella giunta politica che dovrebbe prendere i posti di quella tecnica, dove “dilettanti allo sbaraglio” (come li avevamo soprannominati già in primavera e come vengono, oramai, definiti da tutti) assistono impavidi alla decomposizione, insieme ai rifiuti, anche della stessa città. Esempio probante la centralissima via Diaz, dove nella tarda serata di sabato, un gruppo di residenti ha inscenato una manifestazione di protesta. L’arteria che collega la stazione ferroviaria al municipio e alla locale sezione del tribunale, è, oramai, senza illuminazione pubblica da una settimana. Tanto che la strada all’imbrunire si trasforma in una zona off-limit. In questo frangente, poi, si aggiungono i maleodoranti cumuli di spazzatura, i marciapiedi non spazzati da tempo immemorabile ed il sempre eterno cantiere di piazza Mazzini, senza protezione alcuna, che rappresenta un pericolo per l’incolumità pubblica, si ha la sensazione di vivere in un quartiere degradato delle grandi città africane o sudamericane.

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