Droga nella villa comunale: 33 arresti contro gruppo Fragnoli-Gagliardi

di Redazione

 MONDRAGONE. Nel corso della notte il servizio centrale operativo della Polizia di Stato, la squadra mobile di Caserta ed il commissariato di Castel Volturno hanno portato a termine una vasta operazione, coordinata dalla Dda di Napoli, che ha condotto all’arresto di 33 persone.

Sono, a vario titolo, indagate per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dal fine di agevolare il clan camorristico Fragnoli-Gagliardi di Mondragone, smantellandone l’articolazione preposta al traffico ed allo spaccio di ingenti quantitativi di cocaina, crack ed hashish, acquistati sulla piazza di Napoli-Secondigliano.

Secondo le indagini, il gruppo criminale aveva trasformato la villa comunale di Mondragone, sul lungomare, in un vero e proprio super mercato dello stupefacente, rendendola di fatto inaccessibile ai cittadini, e dove erano stati organizzati veri e propri turni di servizio durante i quali i pusher, tra i quali anche giovani minori di età, si alternavano per assicurare senza interruzione l’approvvigionamento degli acquirenti, provenienti da tutta la provincia e dal basso Lazio.

L’attività di spaccio assicurava quotidianamente all’organizzazione introiti fino a 7 mila euro. Nel corso delle decine di perquisizioni effettuate questa notte sono stati sequestrati anche un mitra Uzi ed un ordigno rudimentale ed è stato arrestato, per detenzione di armi da guerra e materiale esplosivo, un presunto affiliato al clan Di Lauro di Secondigliano, pregiudicato per associazione mafiosa e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

Contestualmente, la polizia ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dalla Dda di Napoli in relazione a beni mobili ed immobili, quote societarie e rapporti bancari, nella disponibilità dei destinatari delle misure cautelari, ritenuti frutto del reimpiego dei proventi delle attività illecite dell’organizzazione.

GLI ARRESTATI. In carcere: Salvatore Pagliuca, 34 anni; Donato Pagliuca, 25; Antonio Zazzera, 38; Ilir Gero, albanese di 26 anni; Elis Gero, albanese di 24 anni; Patrizia Campaiola, 52; Luigi Lucci, 32; Nicola Lucci, 21; Luigi Lucci, 32; Giego Norcaro, 29; Luigi Palumbo, 25; Luigi Scognamiglio, 46; Luigi Scognamiglio, 35; Salvatore Gallo, 41; Rocco De Francesco, 22; Giuseppe Mele, 26; Vincenzo Lungo, 23; Pierina Clemente, 47; Gennaro D’Angelo, 32; Francesco Friani, 21; Roberto Lucci, 24; Ferdinando longobardi, 22; Gino Forte, 22; Giovanni Cardillo, 42; Aldo Martella, 41; Vincenza Cangiano, 41; Gennaro Musto, 22; Loris Albante, 28; Giovanni Pagliuca, 35; Giovanni Lungo, 34. Ai domiciliari: Annalisa Grippo, 47 anni; Salvatore Ferrigno, 26; Gennaro Robilotta, 37; Giuseppe Tammaro, 41; Francesco Caputo, 22. Altre due persone si sono rese irreperibili.

Secondo gli investigatori, al vertice del sodalizio c’erano Salvatore Pagliuca, detto “‘O Chiatt”, e Antonio Zazzera, detto “Tonino ‘o mellone”, e l’albanese Ilir Gero, ritenuti responsabili anche del violento pestaggio di cui rimase vittima un giovane, poi diventato collaboratore di giustizia, il quale, essendo egli stesso inserito nell’organizzazione con mansioni di spacciatore, era stato accusato di aver violato le regole interne del clan. Si calcola che l’organizzazione criminale ricavava un profitto lauto, che raggiungeva anche i 7mila euro al giorno, in particolare nel periodo estivo. Sequestrate anche 11 società e complessi aziendali, tre autovetture e tre fabbricati.

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