MONDRAGONE. Il sindaco Schiappa, con il suo assessore Nazzaro e la sua giunta, continua ad ignorare la richiesta, del gruppo consiliare del Pd e del circolo Pd di Mondragone, di annullare le riscossioni di arretrati, relativi alla Tarsu, inviate ai cittadini.
Questa iniziativa è da noi considerata fortemente vessatoria nei confronti di contribuenti che hanno versato quanto esattamente richiesto ad essi dalla stessa amministrazione comunale. Il sindaco, dispiaciuto, con questa sua iniziativa di riscossione di presunti arretrati Tarsu, di aver dato il definitivo colpo di grazia ai tanti cittadini, pensionati, monoreddito, giovani coppie che, per mancanza di lavoro o, comunque, perchè sottopagati per lavori a tempo determinato, si sostengono, grazie alle pensioni, già esigue ed inconsistenti, dei propri genitori, ha pensato di alleviare il loro malessere approvando la delibera di giunta numero 6 del 22/01/2013 con la quale sono esonerati dal versare la sola sanzione amministrativa quei contribuenti che sono stati oggetto dell’attività censuaria conoscitiva, realizzata dalla società di supporto alle attività tributarie del Comune, dall’anno 2006 al 2011 e, solo, se gli stessi rientrano in una serie di condizioni molte delle quali assurde, e, per certi aspetti, a dir poco ridicole (non rientrerebbero, infatti, in queste condizioni e, pertanto, non potrebbero beneficiare del risparmio delle sanzioni, le abitazioni che hanno cambiato proprietario anche se, per esempio, ciò è avvenuto per decesso di uno dei coniugi).
Questo atto di impercettibile clemenza è stato dettato dalla volontà di salvaguardare la buona fede dei 2700 contribuenti, che sono stati censiti da una società esterna, incaricata nel 2007dall’amministrazione Conte della quale l’attuale nostro sindaco faceva parte.
Il sindaco deve spiegare perchè riconosce, giustamente, la buona fede solo dei 2700 cittadini contribuenti censiti dalla società nel 2007 e non riconosce, allo stesso modo, la buona fede degli altri 5300 cittadini che fanno parte della platea degli 8000 contribuenti già censiti, attraverso un gruppo di geometri incaricati nel 1996-97, dall’allora amministrazione in carica.
Evidentemente ritiene questi ultimi 5300, imbroglioni e disonesti e, pertanto, non meritevoli di poter usufruire della impercettibile clemenza del Sindaco e del suo primo assessore e fedele collaboratore. Il gruppo consiliare del Pd di Mondragone ritiene invece che il sindaco e la sua amministrazione intendono, a qualunque costo, rifocillare le casse del Comune al fine di continuare, con i soliti contributi a pioggia e con le solite discutibili iniziative, ad alimentare una consistente rete clientelare che, in un contesto di fame, in assenza di una efficace politica di sviluppo del territorio e di una giusta ed equa politica di risanamento finanziario, realizzata attraverso la lotta ai veri evasori ed attraverso una oculata spesa pubblica, rappresenta l’unica fonte alla quale la sua maggioranza può abbeverarsi, per soddisfare quella sete di potere che non ha nessun rapporto di parentela con un governo del territorio capace di attivare politiche di sviluppo senza aggravare i disagi e le difficoltà dei cittadini.
Il contribuente non è responsabile di alcuna omissione che possa giustificare sanzioni od interessi. Il comma 340 della legge numero 311 del 2004 recita: a decorrere dall’1/01/2005, per le unità immobiliari censite nel catasto edilizio urbano, la superficie di riferimento non può , in ogni caso, essere inferiore all’80% della superficie catastale determinata secondo i criteri stabiliti dal regolamento di cui al Dpr numero 138 del 98. per gli immobili già denunciati, i comuni modificano d’ufficio, dandone comunicazione agli interessati.
Nel caso in cui manchino negli atti catastali gli elementi necessari per effettuare la determinazione della superficie catastale, i soggetti intestatari provvedono, a richiesta del Comune, per l’eventuale conseguente modifica, presso il Comune, della consistenza di riferimento considerazioni: l’articolo 61 del dl 507 del 2003, al comma 1 recita: il gettito complessivo della tassa non può superare il costo di esercizio del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani ed ancora l’articolo 65: la tassa è commisurata alla quantità e qualità per unità di superficie imponibile dei rifiuti nonchè al costo dello smaltimento e le tariffe sono determinate dal Comune secondo il rapporto di copertura del costo.
Quanto sopra significa che, nel caso in cui l’Ente intenda recuperare le eventuali somme non versate dai contribuenti, deve pronunciarsi sulla intenzione di ascrivere queste entrate in bilancio, come autorizzazioni di spesa per la riduzione della tassa dell’anno di imposta che i cittadini devono pagare, trattandosi di recupero da parte di contribuenti che hanno già versato per un servizio già ricevuto, il cui costo è stato commisurato alla qualità ed alla quantità dello stesso.
Considerata, quindi, la delicatezza e la complessità del problema, l’amministrazione avrebbe potuto procedere , onde evitare la prescrizione, al recupero dell’eventuale differenza dovuta dai cittadini per il solo anno 2006 allo scopo di consentire una riflessione attenta e serena sulle procedure di recupero delle differenze dovute e del loro utilizzo. Ciò avrebbe consentito un equo e perequativo trattamento dei contribuenti in un momento di grave crisi economica che la comunità sta attraversando.
Evidentemente è prevalso l’interesse della società esterna di supporto alle attività tributarie (Eingering) subentrata alla società verso la quale vantava un credito che, con l’occasione, avendo diritto, per convenzione, al 40% dell’accertato e riscosso, ha pensato di incassare tutto insieme gli anni dal 2006 ad oggi. Se, infatti, si fosse scelto di recuperare il solo 2006, la società suddetta non avrebbe potuto incassare la percentuale relativa alla somma dei cinque anni in quanto la convenzione con il Comune scadrà nel 2013.
Tutte le inadempienze dell’Ente, non possono ricadere sui cittadini che hanno già pagato quanto dovuto rispetto al servizio avuto. Semmai l’unico inadempiente, in questa storia, è stato proprio l’amministrazione della quale l’attuale sindaco faceva parte che, nel 2006 e cioè dopo la legge 311 del 2004, per evitare giustificate ritorsioni da parte dei cittadini perchè in piena emergenza dei rifiuti, ha ritenuto di ignorare la nuova normativa che era subentrata.
Gruppo Consiliare del Partito Democratico