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MONDRAGONE. “La mia libertà equivale alla mia vita”. Così recita lepitaffio sulla tomba del più grande leader che la storia del partito socialista italiano abbia mai conosciuto.
Quello stesso leader che, esattamente ventanni fa veniva eliminato dalla scena politica italiana per via giudiziaria e che, condannato in contumacia, esule di patria ed orfano di partito abbandonò la Repubblica Italiana in un periodo di destabilizzazione democratica pari se non superiore a quella che stiamo vivendo in questi storici e concitati giorni.
Resto sconcertato e letteralmente basito dalle esternazioni dellamico e collega segretario cittadino del Psi di Mondragone, il quale, in un sol battito di tastiera, ha dimostrato di non conoscere la storia delle istituzioni democratiche italiane e, al pari, non conoscere, o peggio, disconoscere la storia del proprio partito di appartenenza. Se, infatti, è evidente come sia possibile accostare le due vicende umane, giudiziarie, e politiche dellallora onorevole Bettino Craxi e quella dellattuale senatore Silvio Berlusconi è altrettanto possibile riconoscere dovute differenze storiche proprio nellatteggiamento tenuto dagli iscritti e simpatizzanti che furono del partito socialista italiano, i quali abbandonarono il leader del loro partito al suo ultimo infame destino.
Diversamente, noi del Popolo della Libertà continueremo a sostenere il nostro leader, e continueremo a camminare al suo fianco nel percorso democratico, e sottolineo democratico, che porterà alla rinascita di una nuova rinnovata Forza Italia e che dovrà portare necessariamente a una riforma costituzionale, in particolar modo giudiziaria, che rimoduli in maniera più equilibrata, e nel rispetto sostanziale della classica tripartizione del potere propria di uno Stato di Diritto, lassetto istituzionale della Repubblica Italiana.
Invito, quindi, lamico e collega segretario cittadino del Psi, Antonio Taglialatela, a rivedere le proprie posizioni strumentali ed inopportune verso lattuale sindaco di Mondragone, Giovanni Schiappa, nella sua qualità di autorevole esponente del Pdl in provincia di Caserta, e riconsiderare la propria storia personale e politica, dovendo scegliere se chiedere scusa a noi del Pdl e, nel contempo, al proprio partito, ovvero abbandonare questultimo per albergare in altri lidi sufficientemente sovversivi quanto bastano per soddisfare la propria aspirazione di percorrenza in direzione ostinata e contraria.
Il coordinatore cittadino Pdl Mondragone
Ermanno Miraglia