AVERSA. Ci sono pezzi di storia aversana che risiedono in posti strani, che sono nella memoria e nei ricordi degli anziani che tramandano leggende di un passato in cui la città differiva (e molto) dalla attuale.
Così come ci sono personaggi che, nellanonimato totale, compiono atti che fanno parte di una consuetudine privata. La storia che racconto oggi è quella di due coniugi Carolina Castaldo e Attilio De Santis, 83 anni lui, 78 lei. Rappresentano quello che comunemente può essere definita una coppia di anziani autonomi, nel senso che non hanno bisogno di nessuno per essere felici.
Ogni sacrosanto giorno della settimana, 12 mesi lanno, primavera, estate, autunno ed inverno, parcheggiano la loro piccola ed invecchiata utilitaria blu in Piazza Don Diana e prendono laperitivo al Bar Roma in compagnia del proprietario Carlo. La signora Carolina, sempre ben vestita, con il vezzo di una donna che, anche se passano gli anni, non trascura la sua femminilità. Orecchini, collana doro ed un dispiacere soffuso, derivante dalla sua sordità. Lui il signor Attilio, giacca e cravatta sempre stirata e fresca. Si sono conosciuti e sposati 52 anni fa. Lei era casalinga, allepoca 18enne, ed abitava nella limitrofa Lusciano, dove un giorno di primavera le fu presentato colui che pochi mesi dopo divenne suo marito. Per coronare il sogno damore dovettero attendere che il giovane trovasse lavoro fisso a Napoli, presso la Facoltà di Scienze, ed in seguito presso quella di Farmacia. Con pochi soldi, tante speranze per il futuro, il 28 settembre 1956 si sposano ad Aversa e presto dalla loro unione nacquero quattro figli, tre uomini ed una donna. Vivono insieme da decenni, ed ogni giorno, come se fosse un rito, come unabitudine rimasta intatta nel corso degli anni, si trovano soli ma circondati dallaffetto di tanti estranei nel centrale Bar Roma, dove anche io, di tanto in tanto, rimango affascinata dalle storie e dai racconti di due splendidi nonnini.