Cristiano De Andrè arriverà sul palco di Sanremo: una carrieraall’ombra del nome di papà.
Nella categoria Big,il cantautorepresenterà Come in cielo così in guerra (Special Edition), riedizione dell’ultimo album di inediti “Come in cielo così in guerra” (uscito nella primavera del 2013), contenente anche i due brani “Invisibili” (brano scritto da Cristiano De Andre’ e Fabio Ferraboschi) e Il cielo è vuoto (brano scritto da Diego Mancino e Dario Faini con la collaborazione di Cristiano De Andre’) che saranno proposti al Festival.
I due brani sono stati prodotti da Davide Rossi (Coldplay, Goldfrapp), che ne ha curato anche l’arrangiamento degli archi. Uscito a 12 anni di distanza da “Scaramante” e dopo lo straordinario successo di “De Andre’ canta De Andre’ vol. 1 & 2”, “Come in cielo cosi’ in guerra” è caratterizzato da un grande lavoro di ricerca, sia sulle parole, sia sui suoni. Un vero e proprio ritorno alle origini per un cantautore, tra i più bravi in Italia, che porta la pesante e a volte fastidiosa eredità lasciata da una delle più grandi firme della musica. Per incidere il disco che segna il suo ritotno.
Cristiano è volato fino in California, a Berkeley, dove ha registrato nei mitici Fantasy Studios affidando la produzione e gli arrangiamenti a Corrado Rustici, il quale ha arricchito con maestria le canzoni di profumi world e sonorità avvolgenti che valorizzano testi carichi di significati e pathos. Si è avvalso della collaborazione di un team di musicisti ben rodato: bassista e batterista, Kaveh Rastegar e Michael Urbano, che ormai godono di una discreta popolarita’ anche in Italia per essere la sezione ritmica di Ligabue; mentre il pianista e’ un session man di chiara fama gia’ a fianco di personaggi del calibro di Sting, Stevie Wonder, Elton John e la compianta Whitney Houston. Cristiano ha suonato violino, bouzouki e chitarra acustica.
Le canzoni che compongono “Come in cielo cosi’ in guerra” (gli inediti piu’ la versione italiana di “Le vent nous portera” dei Noir Desir) sono dirette e immediate e colpiscono fin dal primo ascolto, che introduce a quello successivo con un particolare inedito, una sfumatura, un suono che la prima volta era sfuggito. Il titolo del disco è un modo per dire basta alle troppe deformazioni che caratterizzano la nostra società. Basta alle caste, ai disonesti, a un certo tipo di politica corrotta, alle storture della globalizzazione. Cristiano parla della difficoltà del vivere: della sua, raccontandoci i suoi tormenti interiori con ampi squarci autobiografici, e più in generale allargando la visuale a quanto sta succedendo nella società che ci circonda. Quello svolto da Cristiano è un lavoro artigianale, nel senso più nobile del termine. Edè un lavoro di gruppo: ogni canzoneè scritta da due o più teste, quasi a comporre un puzzle incastrando una parola dopo l’altra, nota su nota.