Si è conclusa alla Royal Opera House di Londra la cerimonia di consegna dei 67esimi Bafta, ovvero gli Oscar del cinema britannico.
Il cinema italiano, grazie allormai premiatissimo La grande bellezza di Paolo Sorrentino, esce a testa alta conquistando il premio per il miglior film in lingua non inglese, riconoscimento inseguito per ben 23 anni dallultimo trionfo di Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore. In questa occasione, la vittoria di Sorrentino acquista ancora più valore poiché ha battuto il favoritissimo della vigilia La vita di Adele del franco-tunisino Abdellatif Kechiche.
La strada verso lOscar hollywoodiano, dopo tale trionfo, sembra definitivamente spianata per il nostro cineasta, anche se bisogna sempre guardarsi le spalle da inattese sorprese, che in questi casi sono spesso dietro langolo. Gravity, linnovativo sci-fi di Alfonso Cuaròn, è stato, invece, lautentico dominatore della serata. Sei sono stati i Bafta conquistati dalla suddetta pellicola che anche nel Regno Unito ha ottenuto un enorme successo di critica e pubblico.
Miglior film britannico, regia, colonna sonora, fotografia, sonoro ed effetti speciali: tali sono le categorie che hanno visto prevalere la pellicola in 3D del messicano Cuaròn, mentre a tre statuette si è fermato uno dei diretti concorrenti American Hustle-Lapparenza inganna dellamericano David O. Russell, che ha portato a casa i riconoscimenti per la sceneggiatura originale, il trucco e lacconciatura, e, soprattutto, lattrice non protagonista, una Jennifer Lawrence in versione capricciosa femme fatale.
Due trofei pesanti li ha conquistati il celebrato 12 anni schiavo di Steve McQueen, che ha superato i contendenti nelle categorie di miglior film internazionale e attore protagonista, Chiwetel Ejiofor nel ruolo dello schiavo Solomon Northup, dalla cui autobiografia è tratto il film. Due Bafta tecnici anche per Il grande Gatsby di Baz Luhrmann (scenografia e costumi), laddove di uno si sono dovuti accontentare Captain Phillips-Attacco in alto mare di Paul Greengrass, premiato per lattore non protagonista, il somalo Barkhad Abdi, Blue Jasmine di Woody Allen, al quale è stato attribuito il premio per lattrice protagonista, leccezionale Cate Blanchett, Philomena di Stephen Frears (sceneggiatura non originale) e Rush di Ron Howard (montaggio). Scontato e meritato, infine, il riconoscimento al lungometraggio danimazione Frozen-Il regno di ghiaccio diretto da Chris Buck e Jennifer Lee.