Proprio come accade nel 2008, quando Domenico Procacci firmò la produzione del film Gomma, tratto dallomonimo libro di Roberto Saviano, così anche ora, quando sugli schermi è andata in onda lultima puntata della serie, Gommorra La serie, sono partite le indagini.
A condurle sarebbe la procura antimafia di Napoli che starebbe investigando da un anno sulla serie televisiva per accertare le ipotesi di estorsione e favoreggiamento.
A rivelare la notizia è stato il settimanale Panorama che, dalle sue pagine, sentenzia che alcuni rappresentanti della casa di produzione, la Cattleya, avrebbe pagato mazzette ai familiari del boss Francesco Gallo per affittare la villa dove sono state girate le scene di casa Savastano. Oltre al denaro – scrive ancora Panorama – regolarmente pattuito per l’affitto, sembra infatti che il capoclan di Torre Annunziata abbia preteso ulteriori pagamenti in nero. Dopo il suo arresto, l’immobile è stato sequestrato ed è gestito dall’amministratore giudiziario. Una parte dell’inchiesta riguarda inoltre una talpa che avrebbe avvisato gli uomini del boss sulle indagini in corso.
Accuse che la Cattleya rimanda al mittente in quanto in una nota precisa come questa sia una notizia già vecchia e priva di fondamento. Come abbiamo più volte chiarito, il proprietario di uno dei numerosissimi ambienti affittati per la produzione è stato arrestato prima dell’inizio delle riprese. Ci siamo rivolti alla magistratura che ci ha autorizzato a effettuare le lavorazioni e che ha chiesto che il pagamento fosse effettuato su un conto dedicato. Non c’è stato alcun tentativo estorsivo, che peraltro ovviamente non sarebbe stato subito.
Nello stesso filone di indagini era finita anche la produzione che si era occupata delle riprese del film, Gomorra, uscito nel 2008 con la Produzione Fandango. Anche in quelloccasione, si parlò di tangenti pagate per effettuare le riprese a Scampia. A rivelare questo particolare dettaglio fu Oreste Spagnuolo, boss campano, che rivelò che la produzione dovette pagare il pizzo ai clan napoletani per poter girare le scene a Scampia.
Circostanza, però, da sempre smentita dallo stesso regista del film, Matteo Garrone. Fatti che se fossero veritieri andrebbero a testimoniare come la camorra cerca di guadagnare anche sfruttando la sua immagine cinematografica, anche quando viene dipinta in modo negativo.