Unaccoglienza positiva è stata riservata al cast di Anime Nere, film applaudito in proiezione e in sala stampa.
La pellicola che porta la regia di Francesco Munzi è ispirata al libro di Gioacchino Criaco. Protagonisti tre fratelli eredi di una famiglia di pastori legati alla ndrangheta. I tre fratelli sono Marco Leonardi (Luigi che fa il lavoro sporco), Peppino Mazzotta, il Fazio di Montalbano (Rocco che invece ha un aspetto più rispettabile e fa limprenditore a Milano coi soldi illegali, spostato a Valeria, Barbora Bobulova) e Fabrizio Ferracane che si ostina a fare il pastore di capre in Aspromonte come i suoi antenati, cosa che lattore ha fatto per un mese per immedesimarsi.
Studiando la ndrangheta molto da vicino, Munzi ha provato a rispettare la natura del luogo, andando al cuore dei personaggi più che dei fatti criminosi in sé. Un adattamento cinematografico di tutto rispetto per il testo di Criaco. Il libro è una miniera di racconti sullAspromonte, un luogo di grande bellezza insieme arcaico e legato al presente. La mia scommessa, con il supporto di Gioacchino che mi ha fatto da guida nel lungo lavoro di preparazione, era entrare in una famiglia criminale, trovare lo sguardo giusto di empatia e anche distanza critica. Mostrare gli effetti di una guerra con laltro clan che è anche una guerra dentro la famiglia. Il riesplodere dellantica faida fa esplodere la famiglia stessa, ha detto il regista che ha scelto come location delle riprese nella Locride.
E aggiunge: Questa è stata una scommessa vinta. Serviva mostrare bellezza dei luoghi e verità delle persone. Gli attori, professionisti e non, hanno tutti recitato nel dialetto locale non per una questione meramente estetica ma per restituire il senso didentità molto forte di quelle persone. Una barriera utilizzata anche verso il mondo esterno, spiega Munzi, grande esperienza di documentarista e autore degli apprezzati Saimir e Il resto della notte.
Anime nere (che uscirà il 18 settembre distribuito da Good Films, dopo la presentazione a Venezia71 e il passaggio al festival di Toronto) è dedicato al co-sceneggiatore Fabrizio Ruggirello mancato a dicembre: La sua perdita ci ha lasciato senza fiato. Giuseppe Fumo, 20 anni, il più giovane della famiglia, figlio di Luciano, attore debuttante calabrese di Gioia Tauro si è rivolto ai suoi coetanei: In Calabria non cè lavoro ma non fate scelte sbagliate, non legatevi con le ndrine e cercate di costruire un futuro migliore.